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Chiudono gli hotel, il Giubileo è a rischio

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Pier Paolo Filippi e Damiana Verucci
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La crisi del turismo mette a rischio i grandi appuntamenti internazionali previsti nei prossimi anni nella capitale, a partire dal Giubileo del 2025. Con oltre un terzo dei 1.200 alberghi romani chiusi, circa l’80 percento in meno di arrivi rispetto al 2019 e migliaia di licenziamenti, il settore è infatti allo stremo e i sindacati lanciano l’allarme per l’Anno Santo. Oggi Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno organizzato un presidio all'ingresso di Villa Borghese contro le procedure di licenziamento che hanno coinvolto tre storici alberghi - Sheraton, Majestic, Cicerone – per cui si prevede la perdita di 250 posti di lavoro. “Stiamo assistendo alla desertificazione del settore, se non si interviene subito rischiamo di perdere gran parte dei flussi turistici previsti per il Giubileo", dice Stefano Diociaiuti, segretario Fisascat Cisl Roma. La gigantesca macchina economica che ruota intorno al settore si sta infatti lentamente spegnendo e non sarà facile rimetterla in moto dall’oggi al domani. Pochi giorni fa, lo stesso allarme era stato lanciato da Mariano Angelucci, presidente della commissione capitolina Turismo, nel corso di una seduta dedicata alla crisi del settore. “Se non si interviene tempestivamente – ha spiegato Angelucci - si rischia di distruggere un intero settore, considerando i grandi eventi che ci sono all'orizzonte. Perché se ci arriviamo in questo stato, significa che non ci arriviamo”. La prima urgenza sono comunque i posti di lavoro.

“Chiediamo che sia ripristinato il Fis Covid, il fondo di integrazione salariale, per evitare i licenziamenti – afferma Diociaiuti – Poi occorre recuperare il tempo perso sul versante della progettualità. Regione e Comune devono aprire un tavolo con tutte le parti coinvolte e ascoltare le proposte. Se siamo a questo punto non è solo per colpa della pandemia, ma anche per scelte scellerate fatte negli ultimi anni che hanno portato grandi fondi e i giganti delle Cig economy, come Airbnb, a cannibalizzare le attività più piccole. Così, se ripartenza ci sarà, sarà una ripartenza per pochi, probabilmente con lavoratori meno tutelati, e di cui le imprese locali non potranno beneficiare”. Rincara la dose Federalberghi Roma con il presidente, Giuseppe Roscioli: “A Roma un terzo del totale degli alberghi è chiuso. Altre 50 strutture stanno chiudendo in questi giorni, io personalmente ne chiuderò 2 perché siamo tornati al livello di occupazione di aprile 2020. Siamo in un lockdown mascherato”. Il dito puntato è contro il governo.

“Pare che si sia dimenticato del nostro settore da luglio dell’anno scorso, perché non è stato prorogato il bonus affitti, non è stata eliminata l’imu nella rata di dicembre che noi tutti abbiamo pagato, è finita la cig covid il 31 dicembre e di conseguenza ci sono già stati migliaia di licenziamenti in questi giorni. Molti avevano contratti a tempo determinato e non sono stati riassunti. La situazione è questa”. Parlare di ritorno alla normalità ad oggi è semplicemente impossibile per il leader di Fedralberghi: “Non prevediamo ritorni ai livelli del pre-pandemia fino al 2025”. Rischio Giubileo ed eventi che richiamano turisti da tutto il mondo? “Sicuramente una parte di alberghi senza aiuti non solo licenzierà ma potrà vendere addirittura – è la risposta - Un terzo anno così non siamo assolutamente in grado di reggerlo, non sappiamo cosa succederà, questo è il punto. Al di là dei grandi eventi, che credo siano sempre un bene per la città, il nostro comparto ora più che mai ha bisogno di aiuti per essere pronto ad accoglierli al meglio delle sue capacità”.
 

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