"Militari per guidare gli autobus". L'ultima follia per coprire le carenze di Atac
Utilizzare gli autisti dell'esercito per sostituire quelli di Atac assenti dal lavoro. In pratica, far funzionare gli autobus a Roma grazie all'esercito. L’ipotesi avanzata dal vertice di Atac di mettere in campo autisti presi in prestito da altri enti pubblici, tra cui anche l’esercito, per sostituire il personale assente a causa del Covid, non trova sponda al Campidoglio.
Al momento la partecipata del trasporto pubblico della Capitale conta circa 1.200 lavoratori indisponibili tra contagi e quarantene, poco più del 10% del personale aziendale. In un colloquio con il Messaggero, il Dg della partecipata Franco Giampaoletti ha avanzato l’ipotesi di avvalersi di personale preso temporaneamente da altri enti, come appunto i militari. In una successiva nota il manager sottolinea che Atac «riesce ad oggi a garantire l’erogazione del servizio» ma al tempo stesso «deve essere pronta ad affrontare anche eventuali situazioni di emergenza, qualora dovessero verificarsi».
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L’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè, interpellato dall’AGI, spiega: «Alle soluzioni tampone prese in situazioni di emergenza o alla ricerca di lavoratori interinali, preferisco interventi stabili, come potrebbe essere lo scorrimento di graduatorie già esistenti, anche in vista dei circa 180 lavoratori di Atac che andranno in pensione nel 2022». E ancora: «Per un trasporto pubblico che funzioni c’è bisogno di personale specificamente qualificato per il servizio che è chiamato a svolgere. Dobbiamo pertanto ambire al meglio per i lavoratori Atac in termini di formazione professionale, certezza di un lavoro stabile, attaccamento all’azienda e alla città».
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Il presidente della commissione Mobilità, il dem Giovanni Zannola, aggiunge: «Concordo pienamente con l’assessore Patanè. Non è più il tempo di ricorrere a misure temporanee, assumendo personale interinale e creando nuovi precari. La soluzione - sostiene - è un intervento strutturale, con nuove assunzioni, anche scorrendo le graduatorie già in essere, per rafforzare in maniera stabile Atac, rispondendo così anche al congedo del personale che va in pensione».