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Roma, Ztl chiusa per i bus turistici e pioggia di multe. Sul caos indaga la Corte dei conti

Pier Paolo Filippi
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Già pesantemente danneggiati dal Covid che ha provocato il crollo delle presenze a Roma, per gli operatori degli Open Bus, i bus scoperti a due piani che seguono itinerari turistici, c'è anche la beffa delle multe Ztl. Migliaia e migliaia di verbali da circa 200 euro che arrivano ogni giorno per violazione della Zona a traffico limitato a causa dei ritardi nell'adeguamento della validità dei permessi alle normative dell'emergenza sanitaria. Una vicenda che sta provocando gravi danni agli operatori, alcuni dei quali, come l'inglese Big Bus, hanno presentato un esposto alla Corte dei conti chiedendo di verificare «la congruità dell'azione di Roma servizi per la mobilità (Rsm)», la società capitolina che si occupa della gestione dei permessi Ztl. «I nostri permessi avevano scadenza il 31 dicembre 2020, ma in conseguenza della pandemia il 10 marzo dello scorso anno abbiamo sospeso le attività - spiegano da Big Bus - Nell'aprile di quest'anno, in virtù di quanto previsto dal decreto Cura Italia che stabiliva l'estensione della validità dei permessi in scadenza tra il 31 gennaio 2020 per i novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza, abbiamo comunicato la ripresa delle attività chiedendo il rinnovo e il riaggiornamento dei permessi. Nonostante le ripetute sollecitazioni, compresi atti di diffida e messa in mora, da Roma mobilità nessuno ha risposto. Il primo luglio scorso abbiamo così ripreso le attività, ma abbiamo cominciato a ricevere centinaia di multe per violazione della Ztl».

 

 

Secondo quanto riferisce Big Bus, solo un operatore che si era rivolto al Tar è riuscito ad avere la proroga dei permessi e a lavorare senza prendere multe. Gli altri, che avevano seguito le vie ordinarie, hanno invece subito un grosso danno, costretti a contestare migliaia di verbali uno per uno con ricorsi davanti al prefetto e al tribunale civile. Eppure già lo scorso 18 maggio Roma Capitale aveva comunicato che Rsm aveva provveduto a prorogare i permessi Ztl solo che quest'ultima solo il 19 ottobre scorso ha reso nota la proroga. Ma nonostante questo, denuncia Big Bus, «stiamo continuando a ricevere oltre un centinaio di verbali al giorno». Da parte sua Roma servizi per la mobilità specifica di essersi attenuta alle indicazioni di Roma Capitale.

 

 

«I per messi sono stati prorogati a ottobre scorso a seguito di un ampio e necessario confronto con Roma Capitale - spiegano da Rsm - I veicoli associati ai permessi originariamente scaduti sono stati pertanto nuovamente autorizzati d'ufficio. La nuova scadenza accordata è stata fissata dapprima al 31 marzo 2022 e negli ultimi giorni, per effetto dell'approvazione del decreto legge 24 dicembre 2021 n. 221, è stata ulteriormente prorogata fino al 29 giugno 2022. Evidentemente l'impossibilità di intervenire ex post sui sistemi automatici di sanzionamento ha determinato l'avvio di procedimenti sanzionatori per violazione del codice della strada, rispetto ai quali Roma Servizi per la Mobilità non ha competenza». Un bel pasticcio insomma, che adesso apre anche la questione di come Roma Capitale coprirà nel bilancio il «buco» provocato dal mancato incasso per i permessi Ztl bus in questi ultimi 2 anni.

 

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