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"Fate pochi vaccini". La Regione Lazio se la prende con i medici di base: tutti sott'esame

Antonio Sbraga
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Il richiamo vaccinale non attrae i loro pazienti? Allora la Regione «richiama» i medici di famiglia meno persuasivi: «Abbiamo richiesto alle Asl un recall ai medici di medicina generale che hanno una percentuale di non vaccinati tra i loro assistiti superiore al 30%. Sono in totale 49 - quantifica l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato - si tratta di una percentuale molto bassa rispetto alla platea dei medici attivi nella campagna vaccinale, ma è bene capire le motivazioni». Più psicologi che medici di base, dunque, in una sorta di moral suasion alla vaccinara capace di sospingere i più recalcitranti verso le somministrazioni. Anche perché c'è lo spettro della variante Omicron che «ci preoccupa, sicuramente questa variante sarà destinata a diventare predominare e ci aspettiamo casi anche nella nostra Regione. Ci preoccupa la velocità e noi dobbiamo essere più veloci». E non solo sulle terze dosi, ma anche sulle prime, perché il popolo laziale dei no-vax conta ancora circa mezzo milione di residenti: «Sono circa 500mila i non vaccinati, 120 mila sono over 50», sottolinea D'Amato.

 

 

Uno zoccolo duro che, nell'ultimo report settimanale del commissario straordinario, conta 454.060 refrattari alle inoculazioni. Però la fascia più renitente all'appello del generale Figliuolo non è over-50, ma quella compresa tra i 40 e i 49 anni: sono ancora 105.805, infatti, quelli che si tengono alla larga dai centri vaccinali. Anche se ora un primo effetto dell'introduzione del Super Green Pass ha portato «un aumento importante, di oltre il 70%, delle somministrazioni: sia delle dosi di richiamo che delle prime dosi. Ieri abbiamo raggiunto oltre 56 mila somministrazioni, che è sicuramente un tetto ragguardevole. Quindi sì, un primo effetto lo abbiamo visto, e lo abbiamo visto anche con le prime dosi che hanno superato le quattro mila, per cui anche in questo caso c'è stato un effetto importante e speriamo che sia duraturo», auspica D'Amato. «Nella fascia 12-18 anni abbiamo vaccinato oltre il 75% dei ragazzi- conclude l'assessore - e auspico che questa percentuale possa essere l'obiettivo per la fascia 5-11 anni».

 

 

Però anche tra gli under-18 l'ultimo report settimanale indica un numero ancora alto: nella fascia tra i 12 e i 19 anni, infatti, sono ancora 93.459 quelli in attesa di prima dose (la settimana precedente, però, erano 102.136). L'assessore continua ad escludere un «giallo» Natale («per il momento i nostri tecnici dell'Istituto Spallanzani escludono nei prossimi quindici giorni dei cambia di fascia»), ma preoccupano i numeri dei degenti nelle Terapie intensive, che con i 7 nuovi ingressi di ieri sono tornati a tre cifre (106), con un tasso d'occupazione di 2 punti più alto (11%) rispetto alla media nazionale (9%).

 

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