Roma affoga tra i rifiuti ma Nicola Zingaretti elogia il piano Gualtieri: "Ha preso il toro per le corna"
Ieri parlando alla radio il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, si è lanciato in lordi sperticate verso il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Sulla pulizia di Roma si sta muovendo benissimo”, ha gongolato il suo compagno di partito, aggiungendo una iperbole: “Gualtieri ha preso il toro per le corna e sta intervenendo sulla pulizia della città. È un problema serio ma Roberto ha iniziato col piede giusto”.
Sembra una beffa nei confronti dei romani, che da giorni trovano sotto casa cassonetti stracolmi di spazzatura e siccome non viene raccolta, anche cumuli di schifezze di ogni genere sui marciapiedi. L'operazione di pulizia di Gualtieri deve essere avvenuta solo sotto casa di Zingaretti, se il governatore mai fosse in buona fede, ma dei volontari annunciati da settimane per la grande operazione rifiuti non si è vista manco l'ombra nel resto della città. Siamo precipitati nuovamente in una delle peggiori emergenze che la Capitale abbia vissuto, e non accade proprio nulla. L'unica notizia che abbiamo appreso era quella di un premio che il sindaco aveva in mente di offrire agli spazzini che erano soliti marcare visita dandosi malati e truffando così l'Ama.
Siccome è insorta tutta la città per bene, Gualtieri è stato costretto a una rapida retromarcia: se davvero ha provato a prendere il toro per le corna, l'unica evidenza è che il sindaco non è un Manolete o un Dominguìn, ed è finito incornato alla grande. Forse è il caso che il toro si rechi dal nostro valoroso Zingaretti che si sente così valoroso matador, augurandoci che lo stenda tutto solo, senza l'aiuto dei picadores. La verità, che testimonia il giro per la città fatto con il suo obiettivo dal nostro fotografo Pasquale Carbone, è che c'è quasi da rimpiangere il tempo di Virginia Raggi.
E' una colossale presa in giro questa operazione- pulizia della città che secondo Gualtieri sarebbe dovuta avvenire entro Natale. Ed è grave la situazione di una città che poteva essere in luna di miele con il suo sindaco appena eletto e si trova già a sbuffare impazientita. Anche perché a differenza della Roma di prima, questa volta la Regione Lazio si è messa davvero a disposizione del Comune, decidendo e decretando quello che fino al giorno prima mai si era sognata di fare. Abbiamo sentito allibiti il prode Zinga ieri in un'audizione promettere che a Roma capitale ora è disposto a cedere grandi poteri fin qui in capo alla Regione Lazio, cosa che in tutti questi anni aveva sempre negato. Evidentemente hanno una idea proprietaria delle istituzioni: esistono e si aiutano fra loro esclusivamente se appartengono alla stessa congrega, il Pd. Altrimenti ognuno guarda solo alla propria terra conquistata.
E' partita davvero male questa sindacatura Gualtieri, e c'è poco da fare gli spiritosi come lo Zingaretti di ieri: la città continua a fare schifo, e in questi giorni fa pure più schifo di prima. Il Pd ha preso i suoi voti, li ha messi nel sacco e ora ha come unica capacità (è la loro missione), quella di occupare più poltrone pubbliche possibili: per quella missione non mancano certo i volontari al Nazareno. Sono maldestri pure in quello, tanto è che ieri mentre la spazzatura si stava accumulando nei quartieri cittadini, quelli erano chiusi a palazzo a varare il proprio piano per le nomine nelle società pubbliche, e sono riusciti a sbagliare pure in quello. Approvata in consiglio comunale una delibera sulle nomine, hanno scoperto solo dopo che era piena di sciocchezze.
Dramma, e tutti convocati in giunta. Poi cappello in mano sono dovuti tornare nell'aula consiliare chiedendo di rivotarla grazie alle opposizioni che hanno finto di chiudere un occhio, prendendo in giro così anche loro i cittadini romani. Certo che se quando questi scivolano su una buccia di banana ad afferrarli al volo c'è chi dovrebbe invece approfittarne, siamo davvero in povere condizioni. Ma la classe dirigente che ci rappresenta è questa, e non possiamo che riconoscere la colpa di noi pochi, pochissimi elettori che ancora non disertiamo le urne. Dovremmo noi diventare quel toro di Zingaretti, e sai che belle incornate potremmo dare...