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Cigno morto di aviaria, terrore a Roma. Chiusa metà di Villa Pamphilj

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Un cigno del laghetto del Giglio di Villa Pamphilj a Roma è morto a causa dell’influenza aviaria. Per questo, a seguito di una specifica richiesta del Dipartimento di Prevenzione della ASL RM3, con un’ordinanza il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha disposto la chiusura al pubblico del Parco di Villa Pamphili. Nella parte ad Est di Via Leone XIII, quella dove si trova il laghetto.

 

 

Il provvedimento è stato adottato dopo che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma il 26 novembre ha comunicato una positività per influenza aviaria nelle specie avicole presenti nel Laghetto del Giglio. Una successiva comunicazione del 28 novembre del Centro di Referenza per l’influenza aviaria, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha confermato la positività per il virus dell’influenza aviaria sottotipo H5N1 ad alta patogenicità. 

"È davvero per me un grandissimo dispiacere firmare l’ordinanza che prevede la chiusura parziale al pubblico della parte est del Parco di Villa Pamphilj, dove si trova il laghetto del Giglio, un luogo che mi è particolarmente caro e che amo frequentare insieme alla mia famiglia", spiega Gualtieri. "Si tratta di un provvedimento precauzionale, richiesto dalla ASL RM3, a seguito della morte per influenza aviaria - prosegue - di un cigno del laghetto. Per i prossimi 10 giorni, quindi, non potremo accedere a quell’area del parco, ma questo servirà a fare ulteriori accertamenti e, soprattutto, ad evitare che il virus si diffonda meccanicamente. La salute dei cittadini per noi è prioritaria. Mi auguro di poter restituire al più presto alle romane e ai romani questo luogo prezioso e unico della nostra città".

Mentre l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi commenta: "La chiusura parziale del Parco è stata disposta in via precauzionale per un periodo di 10 giorni o comunque per il tempo occorrente per eseguire gli accertamenti utili a escludere ogni ulteriore diffusione del virus verso l’esterno da parte di visitatori e consentire il corretto svolgimento degli ulteriori interventi ritenuti necessari". Poi aggiunge: "Va precisato che il rischio biologico è limitato alla sola possibilità di veicolare meccanicamente il virus, da qui le ragioni del provvedimento adottato oggi, mentre non ci sono rischi per il consumo di carne di pollame e uova".

 

 

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