Sanità del Lazio nel caos: saltate 400mila visite oncologiche, liste d'attesa bloccate da 4 mesi
A forza d’annunciare l’improbabile «abbattimento delle liste d’attesa», la Regione Lazio una cosa l’ha finita per demolire: il monitoraggio delle interminabili file per accedere alle prestazioni ambulatoriali. L’osservatorio sui tempi necessari per poter accedere alle visite specialistiche e agli esami diagnostici nelle varie Asl e aziende ospedaliere è infatti rimasto "ostaggio" degli hacker.
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Sul portale Salute Lazio la sezione dedicata al «sistema di rilevazione dei tempi di attesa (TDA) che monitora ogni settimana le visite e gli esami diagnostici» è ferma, infatti, a 4 mesi fa: proprio alla settimana precedente all’attacco pirata contro la rete informatica regionale (ultimo aggiornamento: «dal 19/07/2021 al 25/07/2021»). E non va meglio sugli altri siti delle varie Asl: la Roma 3 di Ostia è addirittura ferma a 20 mesi fa («tempi di attesa rilevazione al 09/03/2020»).
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Mentre l’Asl Latina al giugno scorso. La situazione è talmente ingarbugliata che la FederAnziani ha deciso di attivarsi «per far conoscere ai cittadini senior i loro diritti e sostenere concretamente tutti quelli che si vedono fissare appuntamenti con tempistiche difformi da quanto previsto dal piano nazionale per il governo delle liste d’attesa per il triennio 2019-2021, trovandosi costretti a rinviare esami urgenti, con seri rischi per la loro salute». E martedì prossimo presenterà il nuovo «punto d’ascolto e supporto, una centrale operativa con operatori qualificati a disposizione dei cittadini per prendere in carico le richieste di assistenza relative a tutti quei casi in cui l’appuntamento erogato dal CUP per una prestazione sia in ritardo rispetto alle tempistiche stabilite dalla normativa in relazione alle diverse classi di priorità. Il numero 06.62274404 è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30 ed è raggiungibile da telefono fisso e mobile».
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Anche perché «a oggi, a causa del Covid-19, sono saltati 33mila interventi e 400mila visite oncologiche», hanno quantificato Cgil, Cisl e Uil, che hanno chiesto alla Regione la soluzione «in primis dell’annoso problema delle liste di attesa e l’accesso ai servizi. Da tempo abbiamo richiesto un confronto per trovare soluzioni e ricondurre la situazione a normalità». Pure per il sindacato Fials, infatti, bisogna «abbattere le liste d’attesa per la diagnostica e mettere fine al malcostume delle agende chiuse che non consentono agli utenti di prenotare i propri esami in tempo utile rispetto alle necessità». Oltre ad un arretrato che, proprio un anno fa, la Regione aveva quantificato in «756 mila prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza epidemiologica durante il lockdown».