soldi a palate
Roberto Gualtieri fa ricco il suo staff. Stipendi alle stelle: oltre 200mila euro al capo di gabinetto
Quanto a bellezza tra i due uffici non c’è confronto, da una parte lo splendore di Palazzo Senatorio in Campidoglio con affaccio mozzafiato sui Fori Imperiali, dall’altra il cemento del palazzone "fantozziano" di via Cristoforo Colombo. Se poi ci si aggiunge anche un cospicuo aumento di stipendio, allora cambiare lavoro si rivela una fortuna. A fare tombola, passando dalla Regione Lazio a Roma Capitale è Albino Ruberti, nuovo capo di gabinetto «ceduto» dal governatore Nicola Zingaretti al neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Per il suo nuovo incarico, infatti, si metterà in tasca il massimo consentito dalle norme, oltre 200mila euro l’anno di cui 69mila di indennità ad personam, circa 14mila in più di quanto percepiva in Regione per ricoprire lo stesso ruolo.
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Un bel colpo per il 53enne figlio dell’ex ministro dell’Università Antonio Ruberti, che sembra possedere un fiuto particolare per le buone occasioni se già nel 2010, quando era amministratore delegato di Zètema, finì al centro delle polemiche insieme agli altri alti dirigenti del Campidoglio e delle partecipate per gli stipendi faraonici. Ma Ruberti non è l’unico ad aver pescato il biglietto giusto della lotteria.
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Dello staff più ristretto del nuovo primo cittadino di Roma, infatti, fanno parte anche Giulio Bugarini e Cristina Maltese, entrambi di provenienza Pd. Il primo, consigliere comunale uscente, è stato accanto a Gualtieri per tutta la campagna elettorale ed è stato nominato capo della segreteria con uno stipendio di oltre 113mila euro all’anno, 20mila in più di Salvatore Romeo, primo capo segreteria di Virginia Raggi, il cui stipendio in seguito alle polemiche fu ridotto da 120mila a 93mila euro. Stessa cifra percepirà Cristina Maltese, già presidente del Municipio XII due consiliature fa e adesso nominata segretaria particolare da Gualtieri. Impietoso in questo caso il confronto con chi l’ha preceduta, Fabrizio Belfiori, il giovane segretario particolare della Raggi, il quale guadagnava appena 42mila euro all’anno.
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È invece di 180mila euro all’anno lo stipendio che prenderà il nuovo city manager (direttore generale) del Comune: 62 anni, dal 2014 amministratore delegato del Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli è l’uomo scelto da Gualtieri per attuare gli indirizzi e gli obiettivi del Campidoglio secondo le direttive impartite dal sindaco. La cifra percepita per il suo incarico è la stessa che l’ex sindaca Raggi aveva accordato a Franco Giampaoletti, ora dg di Atac.
Lo spirito «francescano» della lotta alla casta, alimentato dall’onda grillina di 5 anni fa ma non solo, ormai insomma è un ricordo lontano. Dopo anni giocati in difesa la politica torna al contrattacco, come dimostra anche l’adeguamento delle indennità dei sindaci previsto da una norma contenuta nella manovra varata dal governo Draghi, grazie alla quale i Comuni potranno alzare gli stipendi dei primi cittadini portandoli nel caso dei sindaci delle Città metropolitane e dei Comuni sopra i 500mila abitanti allo stesso livello di quelli percepiti dai presidenti di Regione.