Oncologia di precisione ma non per tutti, l'appello da Roma: allargare accesso a test
Terapie oncologiche personalizzate grazie a test che possono profilare i farmaci migliori per i pazienti. Ma bisogna allargare l'accesso ai test per curare tutti. Lo chiede Paolo Marchetti, presidente Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp), professore di Oncologia all’Università Sapienza di Roma, nel suo intervento alla conferenza stampa online dell’Italian Summit On Precision Medicine a Roma (oggi e ieri), promosso dalla Fmp sull'oncologia di precisione.
Cosa dice il prof "È un aspetto che sta emergendo in questi ultimi anni, che si riferisce alla possibilità di ottenere attraverso una profilazione più estesa l’accesso a diversi farmaci nelle patologie" e "occorre proporre ne gli ospedali italiani un test accessibile a tutti" chiede il professore Marchetti, che è anche direttore dell'Oncologia medica B al Policlinico Umberto I. "Tutto questo apre alcuni problemi, da un lato quali sono i pazienti che debbono essere profilati e quali metodologie utilizzare, come garantire l’accesso al test, soprattutto come garantire l’accesso ai farmaci ed ai trattamenti", ha evidenziato Marchetti.
Le reti oncologiche Presupposto per il buon funzionamento dei Molecular Tumor Board e di una reale presa in carico del paziente "è la presenza delle Reti Oncologiche Regionali, non ancora implementate in tutte le Regioni nonostante la normativa vigente", ha detto Marchetti.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Giuseppe Curigliano, Università di Milano e Istituto Europeo di Oncologia: "Volevo riconoscere a Marchetti il suo sforzo per avviare in Italia un trial clinico di medicina di precisione che è il ’Rome Triàl, questo studio che oramai è attivo dalla Sicilia ad Udine, in tutt’Italia, che garantisce ai pazienti con tumore la possibilità di poter sequenziare il loro genoma gratuitamente nell’ambito dello studio e di poter ricevere un trattamento che viene definito sulla base di questo sequenziamento". "È uno studio unico nel suo genere nel panorama europeo sia come sforzo logistico, sia come accessibilità non solo al test. Studi di questo tipo fatti nel resto mondo, comportano costi elevatissimi e spesso non garantiscono con certezza l’accesso al trattamento di "precision medicine", ha aggiunto Curigliano. "«Io penso che nel nostro paese si debba fare uno sforzo adesso e approfittare di questo cambiamento epocale che stiamo avendo nel post-Covid per poter democratizzare l’accesso a questi test perché pazienti con patologie oncologiche, forse anche pazienti con altre malattie, possano veramente capire di più su cosa è la loro malattia, su qual’ è la loro prognosi e capire anche in altre malattie", ha ricordato Curigliano.
Christophe Le Tourneau, ’Istituto Curie di Parigi, ha ricordato che in Francia "è stato lanciato nel 2020 un piano nazionale per la cura del cancro in cui le autorità sanitarie garantiscono equità di trattamenti su tutto il territorio ed accesso ai test di profilazione molecolare da parte di tutti i pazienti". Mentre in Olanda, John Haanen, del dipartimento di Medicina Oncologica del Nki-Istituto Oncologico Olandese di Amsterdam, ha sottolineato che "in Olanda un network di molecolar tumor board in collaborazione con le industrie del farmaco garantisce accesso ai test di profilazione ed ai trattamenti nell’ambito di una condivisione dei dati di questa ricerca".