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Il Covid fa saltare anche la Festa della Befana di Piazza Navona. E non ci sono alternative

Damiana Verucci
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Festa della Befana di Piazza Navona appesa ad un filo. Se dovesse passare la proroga dello stato di emergenza per via del Covid, come ormai si vocifera in modo sempre più insistente, salterebbe e al suo posto resterebbe il nulla. Anche perché sulle spalle degli operatori graverebbe un onere di oltre 300 mila euro per assicurare l'adeguamento al piano di sicurezza anti terrorismo e alla prevenzione della pandemia voluto nel 2019, soldi che tirerebbero fuori dai loro portafogli già piuttosto poveri vista la crisi e il lungo stop dello svolgimento dei mercati all'aperto. Senza contare che siamo quasi a metà novembre e il tempo utile per approvviggionarsi della merce natalizia in tempo per iniziare il primo dicembre come di consueto, è agli sgoccioli. Il Campidoglio convocherà gli operatori la prossima settimana e quello che dirà loro è di prepararsi al peggio: niente festa, niente banchi, dolci e addobbi natalizi nonostante la concessione loro assegnata dal Comune di Roma lo scorso anno per ben altri dieci Natali.

 

 

Alternativa alla festa? Il nulla, visto il bando assegnato, a meno di non mettere in mezzo le solite onlus, che però non garantirebbero lo svolgimento di un “grande evento” come quelli più volte annunciati dalla giunta Gualtieri. Dalla Confesercenti fanno sapere di essere molto preoccupati, già lo scorso anno la festa era stata annullata in piena pandemia con decisioni dell'allora giunta Cinque Stelle che spiegava come fosse impossibile lo svolgimento della tradizionale manifestazione per via del contingentamento dei flussi dei visitatori e degli assembramenti, mentre l'anno precedente erano volate le polemiche proprio in merito al piano sicurezza anti terrorismo imposto dal Prefetto, che comportava diverse misure da adottare dagli stessi operatori a loro spese. Ora, la nuova doccia fredda.

 

 

Fonti interne all'assessorato al commercio fanno sapere che le speranze per lo svolgimento di quella che è in assoluto la festa più sentita dai romani a Natale, sono davvero appese ad un filo. L'incertezza dello stato di emergenza, insieme al cambio di giunta avvenuto in questi giorni con l'inevitabile passeggio di consegne da un assessorato all'altro, fa slittare ulteriormente i tempi per arrivare ad una decisione definitiva che dovrà peraltro essere annunciata a breve. Agli operatori non resterà che consolarsi sapendo che questo anno perso potranno recuperarlo allo scadere della concessione; ai romani invece tornerà la delusione, ormai ripetuta, di essere stati scippati di un appuntamento per grandi e piccoli che si ripete da decenni ma che negli ultimi cinque anni è stato rovinato da un peggioramento della qualità della merce in vendita e dalle continue polemiche tra Municipio, Campidoglio e gli stessi operatori. Che, c'è da immaginare, non resteranno certo in silenzio, anche questa volta.

 

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