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Regione Lazio, Zingaretti ricicla pure Livia Turco: il nuovo balletto delle poltrone orchestrato dal Pd

Daniele Di Mario
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Avanti c'è posto. Mentre gran parte dello stato maggiore zingarettiano, a partire dal capo di gabinetto Ruberti, trasmigra verso il Campidoglio, la Regione Lazio rinnova Cda e assume dirigenti esterni. Avanti c'è posto, dunque, in via Cristoforo Colombo, soprattutto per i vecchi totem della Sinistra, meglio ancora se ex ministri. Così se Gualtieri chiama l'ex ministro dalemiano Piazza alla guida dell'Ama, il governatore Nicola Zingaretti non è da meno, nominando Livia Turco alla guida dell'Azienda di Servizi alla Persona «Istituto Romano di San Michele».

Deputata per sei legislature e senatrice per una sempre eletta nelle liste del Pds prima e dei Ds e del Pd poi, ma soprattutto ministro della Solidarietà sociale dal 1996 al 2001 nel primo gabinetto guidato da Prodi, nei governi D'Alema I e D'Alema II e nell'esecutivo Amato II e ministro della Salute nel secondo governo Prodi dal 2006 al 2008, adesso la Turco va a ricoprire la carica di presidente del Consiglio di amministrazione dell'ex Ipab. Una nomina contestata da Fratelli d'Italia.

«Zingaretti premia i soliti noti - commenta il consigliere regionale di FdI Massimiliano Maselli - Anziché puntare su figure professionali nuove, e nel Lazio ce ne sono tante, il governatore preferisce nominare una sua vecchia conoscenza. Lo aveva già fatto con la nomina di Gasbarra alla presidenza dell'Isma e ora si ripete con Livia Turco. Non metto in discussione la sua esperienza professionale, ma Zingaretti non era quello che sosteneva la necessità di aprire a volti ed energie nuove? È la nomina di Livia Turco il nuovo che avanza alla Regione Lazio? Un ex parlamentare ed ex ministro aveva proprio bisogno di un simile incarico?».

Ma a non piacere affatto a Fratelli d'Italia, e in particolare della presidente della Commissione Trasparenza della Pisana Chiara Colosimo, sono anche le nomine di dirigenti esterni. Il 24 settembre scorso, ad esempio, la giunta regionale ha nominato Paolo Weber Direttore dell'Agenzia Regionale «Spazio Lavoro». Weber è stato selezionato con apposita regolare procedura di selezione. In Regione non c'era un dirigente idoneo a ricoprire tale ruolo, benché in undici si fossero candidati per quel posto. Tutti ritenuti non idonei dalla Commissione giudicante, così la Giunta Zingaretti ha fatto ricorso a un soggetto esterno all'amministrazione.

C'è poi il caso del conferimento dell'incarico di direttore della Direzione regionale «Affari Istituzionali e Personale» a Luigi Ferdinando Nazzaro avvenuta lo scorso 26 ottobre con una delibera di giunta finita oggetto di una interrogazione della stessa Chiara Colosimo che chiede chiarimenti a Zingaretti in merito alla nomina.

L'interrogazione ricostruisce la carriera di Nazzaro, dipendente a tempo indeterminato del Comune di Roma con categoria giuridica D1 - in Regione. Nel 2013 ottiene l'incarico fiduciario di responsabile di segreteria dall'allora assessore Fabio Refrigeri. Nazzaro così si pone in aspettativa da Roma Capitale e comincia a lavorare con Refrigeri. Fino al 19 dicembre 2014 quando gli viene conferito un nuovo incarico fiduciario: responsabile del Cerimoniale.

Un mese dopo, il 29 gennaio 2015, il presidente Zingaretti lo nomina vicesegretario della Giunta per espressa richiesta del segretario Gagliani Caputo. Nell'attuale legislatura, a Nazzaro viene confermata la posizione di comando «per le strutture di diretta collaborazione con gli organi di governo» a 44.500 euro l'anno. Nel maggio 2018, 40 giorni dopo l'ottenimento dell'ultimo incarico, ridiventa vicesegretario della Giunta, decisione che comporta un trattamento economico integrativo di un'indennità di 45.000 euro in aggiunta al trattamento corrispondente alla categoria di appartenenza. Il 26 maggio 2019, a seguito del pensionamento di Gagliani Caputo, Nazzaro diventa segretario della Giunta con uno stipendio di novantamila euro l'anno, con conseguente rinuncia ai due precedenti incarichi e cessazione anticipata del comando.

Il 30 gennaio 2020 «in considerazione della rilevanza e complessità delle attività da espletare, nonché della comprovata professionalità», a Nazzaro viene concesso un aumento di stipendi di trentamila euro: il trattamento economico sale così a centoventimila euro, grazie a un delibera di giunta del 18 febbraio 2020, «in piena emergenza coronavirus e difficile da giustificare - secondo la Colosimo - visto che il precedente contratto era stato sottoscritto solo un anno prima».

Il 15 luglio 2021, infine, esce il bando per ricercare all'interno dei dirigenti di ruolo della Giunta regionale, il nuovo direttore della Direzione Affari istituzionali e Personale. I dieci dirigenti interni che partecipano non vengono ritenuti idonei, si procede così a una selezione per la ricerca di professionalità esterna e Nazzaro vince, battendo la concorrenza di altri 17 pretendenti e ottenendo l'incarico da oltre 155mila euro.

Nel'interrogazione, la Colosimo chiede di sapere da Zingaretti come mai a fronte di tanti dirigenti interni si sia scelto un profilo che fino ad allora in Regione aveva ottenuto solo incarichi fiduciari e non in possesso della qualifica di dirigente, in quanto inquadrato a Roma Capitale come D1. L'esponente FdI chiede anche conto del perché la Giunta abbia, negli anni precedenti, attribuito allo stesso soggetto due incarichi distinti e separati entrambi retribuiti e i motivi dei vari aumenti di stipendio che si sono succeduti negli anni, in particolare quello assegnato durante la pandemia.

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