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Proteste al G20, 50 del Climate Camp bloccano la Colombo

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Protesta su via Cristoforo Colombo a Roma vicino alla zona di massima sicurezza dell’Eur per il G20. In 50 del Climate camp hanno bloccato il traffico, sedendosi al centro della carreggiata. I manifestanti, dopo il blocco sulla via Colombo a Roma per il G20 nell’ambito di una protesta del Climate Camp, si sono spostati per andare sotto al Ministero dell’Ambiente scortati dalla polizia, liberando, al momento, la Colombo.

 

 

 

 

 

 

«Come Roma Climate Camp, abbiamo deciso d’intervenire, di prendere parola e alzare la voce, di bloccare questa arteria cittadina e catturare l’attenzione», scrivono gli attivisti in una nota, «perché quanto si sta decidendo, a porte chiuse e senza agende pubbliche, nel vertice conclusivo del G20 è completamente inadeguato rispetto agli scenari catastrofici che vediamo delineati nel presente e nel futuro su questo pianeta». «Per questo stiamo bloccando in modo nonviolento via Cristoforo Colombo», spiegano i manifestanti. «Perché è la via che conduce a un vertice che contestiamo senza appello. Perché è qui che ha sede il Ministero della Transizione Ecologica, che ha dimostrato in questi mesi di essere uno strumento ipocrita». «Siamo qui perché i governi del G20 hanno fallito», aggiungono gli attivisti. «Il vertice del G20 sfoggia parole pompose come People Planet and Prosperity, ma dimostra con il proprio agire che l’unico obiettivo è una quarta P, il Profit». «Siamo qui perché c’è una catastrofe da fermare, ma è una catastrofe con nomi e cognomi ben precisi», proseguono. «Siamo arrabbiati, perché davanti alle ingiustizie sociali ambientali ed economiche così evidenti in questi ultimi due anni di pandemia, o ti arrabbi, o sei complice. Non partiamo da posizioni ingenue. Sappiamo che anche la più blanda delle ristrutturazioni del sistema logistico e produttivo ha un costo, anche in termini occupazionali e per questo parliamo di necessarie e urgenti riconversioni. Non possiamo condividere una politica che costringe una parte del mondo e/o della società a pagare i costi della parte più ricca». «Ai G20 diciamo: da Roma a Glasgow», concludono gli attivisti, «le vostre soluzioni sono il problema!». 

 

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