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Agenti no vax fuori servizio tra ferie e malattia. Rischio disagi per il controllo del territorio

Elena Ricci
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Il green pass obbligatorio ha «segnato» i primi poliziotti assenti ingiustificati a Roma. Alcuni si sono «rifugiati» nella malattia, altri invece si dicono costretti ad «autosospendersi» per ammortizzare il costo dei tamponi. Sebbene la maggior parte del personale si sia vaccinato durante gli open day promossi dalla Polizia di Stato, in molti il vaccino non l’hanno fatto e dovranno adesso sottoporsi a tampone ogni 48 ore per ottenere il green pass. Rispetto ad altre città, la Capitale ha il numero più basso di non vaccinati tra i poliziotti: si stima che nel reparto mobile la percentuale sia intorno al 17%. Una percentuale che seppur bassa rispetto al resto del Paese, potrebbe creare disagi se applicata ai tanti che sono impegnati nel controllo del territorio. Le problematiche maggiori, infatti, le accusa proprio chi sta su strada. Sottoporsi a tampone ogni 48 ore, significa spendere 7,50 euro al giorno che corrispondono ad un’ora di straordinario. Una «tassa» che molti dei poliziotti non vaccinati e che rivendicano una loro libera scelta in tal senso, non intendono sobbarcarsi più del dovuto.

 

 

Per questo motivo dal 15 ottobre, diversi sono stati gli agenti che si sono messi in malattia o che si sono presentati sul posto di lavoro senza certificazione, ricevendo la contestazione dell’assenza ingiustificata che comporta la sospensione dello stipendio fino a presentazione del green pass. «Ci costringono ad autosospenderci» si sfoga un poliziotto. Diversi infatti, per spendere meno in tamponi, hanno intenzione di farne uno o due a settimana, alternando con un periodo di sospensione. «Le file in farmacia sono allucinanti. Rischio di non riuscire a fare il tampone. È una situazione esasperante e non c’è stata organizzazione per noi poliziotti. Se oltre ad andare a lavorare, devo combattere pure per avere un tampone, mi vedrò costretto ad utilizzare i giorni di malattia e le ferie. Poi mi farò anche sospendere. Ho un mutuo e figli, non posso pagare per andare a lavorare, tanto vale farsi decurtare lo stipendio» ci dice un altro agente. Il dato allarmante è che la maggior parte di questi sfoghi non arrivano da poliziotti che lavorano in ufficio, bensì da turnisti o appartenenti alle specialità, che lavorano in strada.

 

 

«Non ci vengono incontro - dice ancora un altro - E i controlli non sono a campione. Gli uffici ci chiedevano periodicamente chi fosse vaccinato, sanno chi non ha il vaccino e i controlli sono mirati, ci hanno bersagliati». In molti ci hanno confermato che in alcuni uffici di polizia della Capitale, i pochi non vaccinati vengono impiegati nei servizi operativi che richiedono più di due tamponi in una settimana. Altre fonti ci dicono che alcuni dirigenti stanno valutando il fatto di svolgere la formazione professionale e-learning dagli uffici e non più dal proprio domicilio, come fino a qualche settimana fa. I maggiori disagi, soprattutto a livello organizzativo interno, li lamenta chi non ha il vaccino. Non gliela staranno mica facendo pagare?

 

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