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Assalto Cgil Roma, chiesta la scarcerazione ai giudici per i leader di Forza Nuova

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Valeria Di Corrado
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Le difese dei militanti di estrema destra che sabato scorso avrebbero preso parte e diretto all'assalto alla sede della Cgil a Roma, nell'ambito della manifestazione dei «no green pass», sono pronte a chiedere la scarcerazione dei loro assistiti. L'obiettivo è puntare alla riqualificazione del reato di devastazione e saccheggio, contestato a tutti e sei gli arrestati, in quello meno grave di danneggiamento. L'articolo 419 del codice penale (devastazione e saccheggio), ipotizzato dalla Procura capitolina e validato dal gip del Tribunale di Roma Annalisa Marzano nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa giovedì, è punito infatti con la reclusione da 8 a 15 anni. Il danneggiamento invece punito con la pena da 6 mesi a 3 anni.

Una differenza non da poco, che avrebbe effetto anche sul tipo di misura cautelare imposta ai leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, all'ex Nar Luigi Aronica, al leader del gruppo «Io apro» Biagio Passaro, a Salvatore Lubrano (tutti reclusi nel carcere di Poggioreale, a Napoli) e alla militante di «Liberi cittadini» Pamela Testa (reclusa a Rebibbia femminile). Ieri l'avvocato Carlo Taormina, che difende Castellino e Fiore, ha presentato ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione dei suoi due assistiti, e pure l'avvocato Paolo Colosimo, che difende Aronica, ha intenzione di impugnare il provvedimento del gip. Fondamentale sarà la stima dei danni alla sede sindacale di Corso Italia. Nel capo di imputazione i pm parlano di «gravi danneggiamenti di mobili e suppellettili».

Il gip invece rincara la dose: «I manifestanti, oltre a sfondare il portone d'ingresso e una finestra nelle sue adiacenze, procedevano alla distruzione indiscriminata di tutti gli oggetti ivi custoditi», «danneggiando indiscriminatamente vetri, arredi, materiale informatico, mobili e tutto ciò che si poteva in qualche modo danneggiare o abbattere». Tutti e sei gli arrestati rispondono anche di aver, in concorso, aggredito e minacciato i poliziotti; mentre Castellino, Fiore e Aronica sono accusati anche di aver istigato la folla presente a piazza del Popolo a invadere la sede della Cgil. Ad aggravare la posizione di questi ultimi è la recidiva, specie per Castellino, che è reiterata.

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