la sfida per roma

Ballottaggio a Roma, il faccia a faccia in tv tra gli aspiranti sindaco: Enrico Michetti è il popolo, Roberto Gualtieri il palazzo

Pietro De Leo

Nell'anteprima le telecamere riprendono brevi convenevoli tra Enrico Michetti, candidato sindaco a Roma per il centrodestra e Roberto Gualtieri, sostenuto dal centrosinistra. Indugiano prima di entrare nello studio televisivo, ognuno cedendo il passo all'altro. E poi c'è il pronti via. Ed è il faccia a faccia su Skytg24, in vista del turno elettorale di lunedì. A condurre, Fabio Vitale. E siccome, a volte, il senso sta nella chiusura, è negli appelli finali al voto che si colgono le differenze.

Roberto Gualtieri punta tutto sull'essere stato il ministro dell'economia di quel go verno, il Conte bis, che ha partecipato in sede europea all'impostazione del recovery fund: «Da ministro ho contribuito a portare in Italia più di 200 miliardi di risorse europee, da sindaco lavorerò per utilizzarle al meglio per avere una Roma più verde, più efficiente e pulita». 

  

Michetti, invece, la imposta sul dualismo noi-loro. «Noi rappresentiamo il cambiamento, loro sono al governo della Regione da oltre 10 anni, sono al governo del Paese e garantiscono continuità. Rappresentano una realtà partitica, si sono divisi in diversi candidati e pepetreranno tutto de) che è stato finora. Noi invece siamo la novità, io sono un civico e abbiamo una squadra bella e trasparente». E ancora: «Io sono libero, non rispondo al palazzo, a Bruxelles e ai partiti se non garantendo la buona amministrazione. Ho le mani totalmente libere e pulite e ho 30 anni di conoscenza della macchina amministrativa comunale».

Un'ora di confronto tutto sommato segnato dal fair play (ogni candidato aveva un minuto di tempo a disposizione per rispondere, più quattro possibilità di replica da trenta secondi), tuttavia con qualche affondo. Gualtieri gioca la carta del ritornello sfoderato dal centrosinistra negli ultimi giorni. Riagganciandosi all'affermazione di Michetti sull'aver avuto dei trascorsi Dc, punge: «la Democrazia Cristiana che non avrebbe mai messo Casapound nelle sue liste».

Il candidato del centrodestra, però, contrattacca: «Mi sembra strano che si facciano queste differenze tra fascismo e comunismo. Gualtieri ha candidato persone dei centro sociali, lezioni su queste cose non ne può dare». Quello sull'antagonismo, peraltro, è un tema che Michetti scaglia di nuovo su un'avversario, guando ricorda il primissimo dibattito tra candidati del centrosinistra alle primarie, in un palazzo occupato nei pressi di Santa Maria Maggiore.

Altri affondi, poi, sul Pnrr e gestione rifiuti. Sul primo punto, Michetti attacca ricordando esiguità di risorse per la Capitale. Gualtieri: «Non è cosh Nel Pnrr c'il finanziamento per la Metro C fino a piazza Venezia, ma con quei fondi si possono finanziare solo opere fattibili entro il 2026 e non c'era altro di già progettato sulle metro». E poi sui rifiuti, dove il candidato del centrodestra rimprovera alla Regione la mancata applicazione del piano rifiuti. E quella della task force per il decoro è il punto qualificante su cui rilancia il giurista. Oltre al mantra della «tolleranza zero sull'accattonaggio». Qui, l'ex ministro prova la mozione politicamente corretta: «I poveri non sono rifiuti». Controreplica di Michetti, che osserva come anche l'assistenza sociale debba «rientrare nelle norme di legge».

Nota di colore, guando viene proposta una «fanta giunta», scegliendo un assessore tra personaggi nell'immaginario collettivo di ieri e di oggi. Gualtieri sceglie Fabiola Gianotti (direttrice del Cern) e la cantante Elodie. Michetti punta su Giulio Andreotti e Sora Lella. La metafora della romanità profonda.