Scuole in rivolta

"A scuola sì ma non così". L'Avogadro protesta contro gli orari anti Covid disumani

Grazia Maria Coletti

"A scuola sì ma non così". Anche l'Avogadro protesta contro gli orari anti-Covid disumani. Stamattina i ragazzi si sono dati appuntamento davanti alla sede centrale di via Brenta nel quartiere Coppedé e nella succursale di via Cirenaica. "La doppia entrata, 8-9,40, per noi è inutile e dannosa - spiegano i ragazzi - quasi tutti infatti andiamo a scuola a piedi, non prendiamo i mezzi pubblici perché abitiamo poco distante, perciò a che servono queste misure di prevenzione se non prendiamo i mezzi pubblici".

I più penalizzati dalla normativa per il contenimento della diffusione del Coronavirus sono i ragazzi del biennio costretti alla seconda entrata alle 9.40 Ma a loro è arrivata la solidarietà di tutti gli studenti.

  

Dietro i ragazzi ci sono famiglie premurose e attente ai bisogni dei propri figli. A questo proposito mamme e papà fanno sapere che "i genitori che hanno scelto di iscriverli al liceo Avogadro perché è ancora uno dei pochi licei che vanta  una buona didattica, insomma un liceo dove notoriamente “si studia”. Con questo orario però i ragazzi non sono messi nelle condizioni di studiare. Tornando a casa dopo le 16, dopo 6 ore di lezione e dopo un pasto consumato alla meno peggio sul banco, onestamente non possono iniziare a studiare prima delle 17.30, ottimisticamente. Ridurre la mole di studio a casa e in classe (cosa rendono nelle ultime due ore?) significa abbassare il livello di tutto. E noi questo non lo vogliamo. Dato che anche gli studenti del triennio hanno dato una lezione di solidarietà al consiglio di Istituto, chiediamo che vengano ascoltati e che si trovi insieme una soluzione, non ottimale, ma migliore di questa, che scontenta tutti, alunni, famiglie e docenti".

Le famiglie rivolgono un appello anche alla  Prefettura affinché "il Prefetto riveda le sue decisioni alla luce delle  ultime misure approvate dal Consiglio dei ministri in merito alle nuove percentuali di massima capienza in teatri/cinema, discoteche e stadi,  considerando anche che la Preside dell'istituto, in base ai risultati ottenuti dal questionario effettuato su numero di  alunni che  prendono i mezzi pubblici, renda visibili tali dati per poter ottenere orari differenti rispetto a quelli applicati in questi giorni".

L'ingresso delle 9,40 inoltre preclude ai genitori  la possibilità dI accompagnare i figli a scuola. "Se i ragazzi entrano alle 8, probabilmente molti genitori potrebbero accompagnare i figli a scuola senza che gli stessi prendano i mezzi pubblici, mentre se entrano alle 9,40 l'orario non coincide con gli orari degli uffici e diventa impossibile l'eventuale accompagno" spiegano.

Altra preoccupazione sono i disturbi alimentari dovuti ad un'alimentazione sbagliata e frettolosa che gli alunni sono costretti a fare nei 20 minuti a disposizione. Con il rischio concreto di accentuare le normali problematiche legate all'età adolescenziali che potrebbero invece predisporre o sfociare in vere e proprie patologie alimentari.

Sono in parte riusciti a trovare una soluzione ai problemi legati agli orari anticovid disumani all'istituto Galilei, dove i ragazzi che avevano protestato per gli orari impossibili (gli studenti del triennio che hanno fino a 7 ore di lezione, entrando alle 9,40 erano costretti ad uscire alle 15,10 con un ritorno a casa che scivolava alle 16) ora turnano il doppio ingresso 8-9,40 con gli studenti del biennio

. "La soluzione ottenuta per ora - spiegano gli studenti del Galilei - è la turnazione degli ingressi con il biennio, che prima invece entrava sempre alle 8 del mattino e, in parte, con la co-docenza, cioè due insegnanti in cattedra in contemporanea nella stessa ora". Ma per questa ultima soluzione i nodi stanno venendo al pettine. "Questa soluzione va bene per l'immediato ma non può essere definitiva" dicono i ragazzi  - Anche perché, se è vero che avere nella stessa ora un insegnante di storia e uno di letteratura, può educare a non studiare a compartimenti stagni, è anche vero che può essere penalizzante per il programma da portare avanti. E poi è accaduto di avere insieme un insegnante di materie scientifiche e un docente di lettere, non può essere una soluzione definitva".  Intanto monta la protesta nelle scuole di ogni quartiere. E i ragazzi si mobilitano per portare le loro richieste sotto le finestre delle Istituzioni scolastiche con una manifestazione che coinvolga tutte le scuole di Roma.