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Attacco hacker alla Regione Lazio, bufera su Nicola Zingaretti. Tirata d'orecchi della Corte dei Conti

Antonio Sbraga
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I troppi sistemi informatici “in uso all’interno della rete degli enti del Sistema Sanitario Regionale” hanno finito per favorire l’attacco degli hacker alla Regione Lazio del 30 luglio scorso. “Le analisi sin qui condotte hanno consentito di evidenziare un generalizzato difetto di coordinamento e propulsione del sistema da parte delle strutture amministrative regionali”, ha denunciato nella sua requisitoria sul rendiconto generale della Regione Lazio il procuratore Pio Silvestri. Il quale ha rilevato “una sostanziale autarchia delle aziende sanitarie regionali nel ricorso alle forniture dei programmi informatici, all’assistenza e alla manutenzione”.

Sistemi diversi che, con ben 10 Asl e 8 aziende ospedaliere, rischiano di moltiplicare i buchi nella rete informatica laziale. Soprattutto se ci sono troppi gestori, considerato “lo stato di non completo governo e di limitato controllo unitario del settore (con conseguente anomala dipendenza dai fornitori di software e di assistenza)”, ha aggiunto Silvestri, puntando l’indice contro la “frequente sostituzione, da parte di alcune aziende, dei propri programmi e/o delle relative applicazioni”. Fin troppi a giudizio della Corte dei Conti che, “in attesa della realizzazione di una più pregnante presenza della Regione Lazio nella fase di coordinamento degli acquisti”, ha rappresentato “la necessità di una attenta verifica di ogni scelta di approvvigionamento, auspicabilmente attraverso il proficuo confronto tra tutti gli enti”.

Consigli per gli acquisti centralizzati, dunque, ma “appare necessaria un’azione da parte dell’Amministrazione regionale mirata a implementare e migliorare la fase attuativa della pur presente programmazione regionale in materia, con rafforzamento delle conseguenti fasi di coordinamento e controllo dell’intero settore”. Il procuratore Silvestri alla fine della requisitoria ha chiesto “alla Sezione regionale di controllo la parificazione del rendiconto generale della Regione Lazio per l'esercizio finanziario 2020, nelle componenti del conto finanziario e del conto del patrimonio, fatta eccezione per le poste del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità e del Fondo Passività Potenziali”. Ma, sia pur in un quadro di “progressivo consolidamento del percorso di graduale risanamento del bilancio regionale”, c’è però il “debito finanziario che registra una consistenza al 31.12.2020 pari a circa 22,706 mld di euro, peraltro in tendenziale aumento nel quadriennio 2017 – 2020”.

Ed a questa “elevata consistenza del debito finanziario corrisponde una altrettanto elevata spesa per interessi passivi che, nell’esercizio 2020, è stata pari a circa 648 mln di euro, in aumento di oltre 11 mln” rispetto allo scorso anno. Per questi motivi la Corte dei Conti richiama “l’attenzione dell’Amministrazione regionale sull’elevata consistenza del debito finanziario complessivo e sui conseguenti oneri di rimborso, richiedendo un’efficace gestione attiva dello stesso finalizzata alla riduzione della spesa per interessi”.

 

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