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Roma, ultima trovata della Raggi: da Termini ai Fori un percorso pedonale tutto a ostacoli

Alessio Buzzelli
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Ieri, sabato 10 settembre, è iniziata ufficialmente la sperimentazione del nuovo itinerario pedonale che collega la Stazione Termini all'area archeologica di via dei Fori Imperiali, iniziativa che fin dal suo annuncio ha diviso in due i romani. Al di là di come la si possa pensare a proposito, noi de Il Tempo l'abbiamo subito messo alla prova per farci un'idea concreta e senza pregiudizi su questo ineditp esperimento. Ebbene come spesso accade a Roma, il giudizio finale si può riassumere con la classica formula "più luci che ombre": male all'inizio, meglio alla fine.

Anche perché i problemi sono iniziati ancor prima di compiere i primi passi, allorché ci siamo messi alla ricerca del punto di partenza del percorso. Sul sito "Romamobilitält" leggiamo che «il percorso del nuovo itinerario Termini-Fori parte dal box informativo di piazza dei Cinquecento, lato Mura Serviane, dove sono in distribuzione le mappe del percorso». Il fatto è che noi questo box informativo non l'abbiamo trovato, nonostante le estenuanti ricerche. Nel punto indicato sulla mappa presente sui tanti totem arancioni che ben segnalano il percorso (nota positiva questa), infatti, c'erano solo due gazebo: uno della Croce Rossa e uno dell'Esercito. Abbiamo quindi chiesto un po' in giro se per caso qualcuno avesse visto questo punto informazioni, ma niente. Ci siamo poi attaccati al telefono chiamando lo 060606, ma anche in questo caso, niente da fare: i ragazzi del centralino non avevano notizie sull'iniziativa e uno di loro ci ha persino chiesto se le informazioni che cercavamo fossero per il percorso del Giubileo del 2015 (correggendosi poi subito con un «ah no, scusi, quello è roba di 6 anni fa..»).

Un ultimo tentativo lo facciamo con l'info point di Roma Capitale vicino ai Giardini Einaudi, a vuoto anche questo. Va bene, gettiamo la spugna, scarichiamo la mappa dal sito di Roma Mobilità e partiamo: Terme di Diocleziano e via del Viminale, poi giù lungo via Agostino Depretis, via Urbana e via Leonina e infine via dei Fori Imperiali. Il tempo di attraversare la strada, però, ed ecco subito un altra nota stonata. Il marciapiede delle Terme è - come da anni ormai - letteralmente un bivacco "en plein air": gente che dorme sulle aiuole, decine di bottiglie di birra e immondizia varia, una puzza di urina insopportabile. La passeggiata, insomma, parte col piede sbagliato e continua così ancora per diverso tempo. Già, perché proseguendo da via del Viminale fino a via Urbana, ci accorgiamo presto che lì di pedonale non c'è niente.

Le auto passano come se niente fosse, tanto che iniziamo a pensare di aver sbagliato giorno. Ma non è così, e arrivati a via Urbana capiamo il perché: i due agenti preposti a vigilare nei pressi delle transenne che chiudono la strada ci spiegano che «il percorso da Termini fino a qui non è presidiato, starebbe al buon cuo re dell'automobilista non percorrere quelle strade (anche se non ci sono indicazioni in merito, ndr). Diciamo che è meglio passare sul marciapiede». Sarà.

Comunque, da qui in poi il percorso procede abbastanza liscio, fatto salvo per due orrende reti arancioni che sbarrano in due punti via Urbana (all'altezza del civico 47) e vari residui di cantiere buttati per terra poco più avanti. Ecco perché a nostro avviso è solo in via dei Fori che l'itinerario centra davvero l'obiettivo per cui è stato concepito: tanta gente a passeggio, bici, monopattini, ragazzi che scattano foto seduti in mezzo alla strada e, intorno, la grandezza di Roma. Ci auguriamo che presto anche il resto del percorso sia all'altezza di questa sua ultima, bellissima parte. Siamo solo all'inizio e il tempo certo non manca.

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