Roma, disco abusiva sul Tevere: 700 persone in pista
Ancora discoteche non autorizzate e ancora «ballerini scatenati» in spregio alla normativa in materia di contrasto ai contagi da Covid. E stato un altro fine settimana di controlli che ha visto la chiusura di un noto locale sulle rive del Tevere, posto al di sotto del ponte Duca d'Aosta. Si tratta del «Molo Zero», che venerdì aveva organizzato una serata techno non proprio in linea con le normative vigenti. La polizia locale di Roma Capitale intervenuta nel noto pub si è ritrovata davanti una vera e propria discoteca non autorizzata. In pista a ballare, senza mascherina e senza il minimo distanziamento richiesto, c'erano all'incirca 700 persone, noncuranti del rischio di un tale assembramento.
Sono così immediatamente scattate le sanzioni e il locale è stato chiuso per cinque giorni. Sono stati gli stessi gestori il giorno seguente, sui social network, a comunicare alla clientela che nel fine settimana sarebbero stati chiusi, senza però fare accenno a quanto accaduto. Per le stesse ragioni è stato chiuso anche un altro locale, questa volta nel quartiere Trieste, in cui circa 100 persone, senza mascherina e non distanziate, stavano ballando. L'irrefrenabile voglia di danzare e godersi l'estate ha segnato questa stagione, come se nulla fosse accaduto nell'ultimo anno a causa della pandemia. Abbandonate le mascherine e le raccomandazioni sul distanziamento, in tanti soprattutto giovani - si sono ammassati nelle varie piste da ballo non autorizzate, finite nel mirino della polizia locale. Lo scorso fine settimana erano stati chiusi altri due locali, il «Village» sul lungomare di Ostia e uno nel centro di Roma. La scena davanti agli occhi dei caschi bianchi, intervenuti con altre forze di polizia, era sempre la stessa: serate danzanti non autorizzate e centinaia di persone in pista. Qualche settimana fa, invece, stessa sorte è toccata a un ristorante di Fiumicino che aveva allestito sul retro del locale una pista da ballo; poi sempre ad Ostia, chiusi per cinque giorni il «Tibidabo», lo «Shilling» e il «Kursaal». I gestori dei locali, oltre alla sanzione, sono stati anche denunciati.