questione di privacy

Supermulta alla Raggi per i parcometri-spia

Francesca Mariani

Il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato per 1 milione di euro Roma Capitale, la società di servizi Atac Spa e un subfornitore, per non aver tutelato i dati degli automobilisti che parcheggiano nel territorio del Comune. La decisione è stata assunta all’esito di un’istruttoria avviata in seguito alla segnalazione di un utente che si lamentava dei nuovi parcometri installati nel territorio comunale nel 2018.

La società Atac Spa, incaricata dal Comune anche per la gestione dei parcheggi, aveva infatti avviato un aggiornamento tecnologico dei parcometri per offrire nuovi servizi (tra questi il pagamento di sanzione e tributi e l’acquisto e il rinnovo dei titoli del trasporto pubblico) e per introdurre nuove modalità di pagamento, inserendo anche il numero di targa del veicolo.

  

Parte della strumentazione era stata fornita da un’altra società, la Flowbird Italia srl (ex Parkeon srl). Tutte le informazioni relative alla sosta venivano poi gestite attraverso un sistema centralizzato al quale poteva accedere, tramite un’apposita app, anche il personale incaricato di controllare il pagamento dei parcheggi.

Nel corso dell’ispezione, condotta in collaborazione con il Nucleo speciale Privacy della Guardia di finanza, sono emerse varie irregolarità. In primo luogo il Comune di Roma, in quanto titolare del trattamento, non aveva fornito alcuna informazione sul trattamento dei dati degli automobilisti, non aveva nominato la società Atac Spa responsabile del trattamento, né fornito a quest’ultima le necessarie istruzioni su come trattare i dati raccolti. Neppure la società subfornitrice era stata incaricata formalmente nè istruita su come procedere in merito al trattamento dei dati.

È inoltre emerso che le società non avevano predisposto il registro dei trattamenti dei dati e che il progetto era stato ideato senza rispettare i principi di protezione dei dati fin dalla progettazione, e per impostazione predefinita, come richiesto dal Regolamento europeo Gdpr. E come se non bastasse a far capire la «leggerezza» con cui venivano gestiti i dati provenienti dai parcometri, gli investigatori della Guardia di finanza hanno scoperto che non erano stati neppure definiti i tempi di conservazione dei dati raccolti né erano state adottate idonee misure di sicurezza. È stato ad esempio accertato che, all’epoca delle verifiche, alcuni flussi di dati da e verso il sistema implementato da Atac Spa viaggiavano in canali non sicuri.

Il personale addetto, inoltre, avrebbe potuto controllare in maniera massiva e ripetuta nel tempo qualunque targa, magari per conoscere le abitudini di una persona e i luoghi di sosta, senza lasciare alcuna traccia nel sistema informativo. Praticamente gli automobilisti potevano essere spiati a loro insaputa. Attraverso il «sistema» si poteva conoscere i quartieri frequentati da una determinata persona, le strade in cui si era recata, gli orari. A patto, ovviamente, che avesse saldato il conto della sosta a pagamento. Alla faccia della privacy!

Alla luce delle violazioni riscontrate e dell’illecito trattamento dei dati, il Garante per la privacy ha comminato una sanzione di 800mila a Roma Capitale, di 400mila ad Atac Spa e di 30mila a Flowbird Italia srl. Nel calcolare la sanzione per l’illecito trattamento dei dati, l’Autorità ha tenuto conto della grande quantità di dati personali trattati (da giugno 2018 a novembre 2019 il sistema di Atac Spa aveva già registrato i dati di 8.600.000 soste e ancora oggi interessa potenzialmente tutti i soggetti che usufruiscono del servizio di sosta a pagamento sul territorio comunale) e delle sanzioni già ricevute per la violazione della privacy, ma anche della positiva collaborazione offerta da Roma Capitale e dalle società per risolvere alcune violazioni riscontrate durante l’ispezione. Ovviamente il Campidoglio è corso ai ripari. Ma, pare, non sia sufficiente.

Nonostante le modifiche apportate in corso d’opera al sistema di gestione dei parcheggi, il Garante ha comunque rilevato il permanere di criticità relative alle misure di sicurezza e ha quindi prescritto anche l’adozione di misure correttive e di idonee misure di sicurezza a protezione delle informazioni raccolte.