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Roma, un'impresa su tre pensa di chiudere: la crisi del commercio con il Covid

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Damiana Verucci
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Almeno il 30% delle imprese romane starebbe pensando di chiudere la pro pria attività per via della pandemia e di una crisi che sembra tutt' altro che alle spalle. quanto emerge dall'ultimo Osservatorio sulle imprese di Confcommercio Roma, che ha preso in esame i problemi degli imprenditori dopo chiusure loro imposte dal Governo, restrizioni di vario genere, provvedimenti anti Covid e ha analizzato il sentiment dell'ultimo anno. Il rischio è che questo alimenti anche il fenomeno dell'usura legato al sovraindebitamento delle famiglie.

Una spirale pericolosa, dunque, sulla quale l'associazione di categoria lancia l'allarme. Se si fa eccezione per il settore ristorazione, che pur facendo i conti con le perdite notevoli dell'ultimo anno è stato il primo a risollevare la testa e a invertire la rotta, commercio, turismo, servizi, sono tra i comparti più colpiti anche dal punto di vista occupazionale: si rischia, infatti, una notevole perdita di posti di lavoro dopo il venir meno degli ammortizzatori sociali. L'ultimo rapporto dell'Ambulatorio Antiusura e di Confcommercio ha segnalato i rischi per 40 mila imprese e 120 mila posti di lavoro in Italia, dovuti alla crisi economica generata dal Covid e dai lockdown.

«Quando parliamo di attività commerciali in crisi - sottolinea Luigi Ciatti, presidente dell'Ambulatorio Antiusura - dobbiamo ricordarci che, oltre ai posti di lavoro di chi ha un'occupazione nei negozi, sono in pericolo anche quelli di chi fa parte della filiera. È un effetto domino che crea sovraindebitamento, l'anticamera dell'usura». «In 18 mesi di crisi - continua Ciatti - le richieste di aiuto sono aumentate del 50%, una percentuale assurda. I pubblici esercizi hanno chiuso il 2020 in perdita, hanno avuto problemi di liquidità oppure valutano di abbassare definitivamente la saracinesca. È una situazione grave, i cittadini devono sapere che esistono delle risorse alle quali poter accedere per uscire dal tunnel».

Secondo i dati raccolti dall'Ambulatorio nel periodo estivo sarebbero in aumento anche le famiglie che, a causa di un ISEE dimezzato, dovranno ricorrere ai buoni regionali per permettere ai loro figli una normale attività scolastica. Segnale di un impoverimento generale legato proprio alla crisi pandemica. Per contrastare questi fenomeni, l'Ambulatorio Antiusura ricorda che esistono i Fondi del Mef e della Regione Lazio destinati a consentire l'accesso al credito a tutti i soggetti in difficoltà e rischio usura e quelli regionali. «Da mesi, stiamo cercando di raggiungere e aiutare il maggior numero possibile di persone, abbiamo aperto delle nuove strutture a Roma», ricorda ancora il Presidente dell'Ambulatorio.

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