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A Roma movida con la mascherina, ma per proteggersi dalla puzza del Tevere

Elena Ricci
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Per chi decide di trascorrere un pomeriggio o una serata a Trastevere, passando da ponte Sisto, fino alle sponde del Lungotevere illuminate dai diversi chioschi bar e bancarelle, è altamente raccomandato l’uso della mascherina. Rischio elevato di contagio Covid? No, nessuna concentrazione esagerata di virus, ma solo tanta puzza di pesce putrido e acqua stagnante. Tutta l’area è invasa da un odore disgustoso e basta affacciarsi e guardare le acque del Tevere per capire di cosa si tratta: nel fiume, proprio sulle sponde che costeggiano le diverse sedute di bar e ristorantini, ci sono centinaia di carcasse di pesci che galleggiano ii putrefazione. Da piccole carpe a pesci siluro di oltre un metro, tra bottiglie di plastica, sterpaglia e diversi rifiuti, su uno sfondo di acque verdi che il fiume Prypjac' cha passa attorno alla centrale di Chernobyl, messo a confronto, è più limpido.

 

 

La cosa assurda è che, purtroppo, non si tratta di una esagerazione, ma di una condizione disgustosa che oltre a disturbare le passeggiate di turisti e romani, danneggia gravemente l’economia per quelle attività che sul Lungotevere, dopo un anno e mezzo di chiusure, restrizioni e introduzione di certificazione verde per sedere in un ristorante, cercano di tirare a campare. Stare lì seduti con quella puzza e quella vista davvero nauseante, è molto difficile. Sabato pomeriggio infatti, diversi sono stati i turisti che raggiunto il luogo, sono immediatamente risaliti a causa del cattivo odore che avvilisce anche la bellissima veduta da Ponte Sant’Angelo. «Sembra di stare in un porto a ridosso di scarichi industriali» commentava qualcuno, con la faccia disgustata. Non ci fa una bella figura la città e non ci fa una bella figura la sindaca Raggi, essendo quella di Trastevere, una delle zone più gettonate e luoghi della movida.

 

 

Oltre al cattivo odore e all’inquietante immagine di centinaia di pesci morti che fanno pensare ad acque avvelenate e tossiche, tutto intorno, anche sull’isola Tiberina, regnano incuria, degrado e sporcizia. Erbacce, rifiuti e cataste di bottiglie in vetro e bicchieri di plastica. Immagini sgradevoli capaci di rovinare anche una foto di gruppo o di coppia. Marciapiedi e gradini dissestati che rendono anche pericoloso raggiungere quei luoghi. Oltre alla mascherina, servirebbero anche delle ginocchiere. Una turista americana, ieri pomeriggio, è scivolata proprio mentre scendeva per la scalinata che porta lungo le sponde del fiume. Era con le amiche e, dopo un attimo di imbarazzo ci hanno anche riso su, ma la caduta avrebbe potuto avere conseguenze peggiori. E poi, l’immagine triste di un uomo in canoa che con i remi si faceva spazio tra le carcasse e i rifiuti. Nemmeno i profumi delle pietanze dei ristoranti nei dintorni, è riuscito ad avere la meglio sulla puzza dell’incuria.

 

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