Virginia Raggi, "nessuna trasparenza". Che fine ha fatto la delibera della Corte dei Conti che denuncia la sindaca
Sulla homepage del sito istituzionale del Comune di Roma si parla di Mausoleo di Augusto, di affissioni e pubblicità o occupazioni di suolo pubblico. Ma non c’è traccia della delibera della Corte dei Conti che denuncia il sindaco Virginia Raggi per non aver presentato la relazione di fine mandato sui conti del Comune. Siamo al quarto giorno - i magistrati contabili hanno scritto il 4 agosto - ma della pubblicazione di questo atto non c’è traccia.
La relazione di fine mandato è il riassunto di tutto ciò che, da un punto di vista economico e finanziario, è stato fatto: bilanci del Comune, delle società partecipate, investimenti, debiti. E va presentata alla Corte dei Conti e all’Organismo di Revisione economica e finanziaria del Comune per la certificazione entro 60 giorni dalle elezioni. Secondo i giudici è un atto fondamentale perché serve a “rendere effettivo il controllo democratico dei cittadini in occasione delle elezioni amministrative; essa si inserisce fra gli strumenti di attuazione dei principi di massima responsabilizzazione, di effettività e trasparenza del controllo democratico”.
La Raggi non l’ha presentata. E non ha ancora, dopo quattro giorni, neanche ottemperato all’obbligo di pubblicare nella home page del sito del Comune la delibera di censura. In teoria a lei, Virginia Raggi; all’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti; e al segretario generale, Pietro Paolo Mileti, dovrebbero essere dimezzati gli stipendi del prossimo trimestre. Causa Covid, però, le sanzioni non possono essere irrogate.
La Raggi snobba la Corte dei conti. Bufera sulla mancata relazione
Chi arriverà dopo di lei sa già che troverà una situazione al disastro: Ama incapace di completare il ciclo rifiuti; Atac attaccata al respiratore artificiale di fondi a pioggia; Roma Metropolitane e Farmacap sull’orlo del fallimento; Risorse per Roma che sta naufragando; progetti elaborati sulle grandi opere, zero; appalti fermi; proroghe di quelli esistenti. Il successore di Virginia Raggi non troverà uno straccio di certificazione scritta: solo le chiacchiere della fanzine “La Sindaca Informa”.