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Centrodestra, parla il candidato Enrico Michetti: "A Roma serve tolleranza zero"

Pietro De Leo
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«Sto vivendo un'esperienza umana straordinaria, vedo tanto entusiasmo intorno al nostro progetto, e questo ci fa lavorare ancora meglio». I convenevoli con Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra a Roma, sono all'insegna dell'emozione per una campagna elettorale in tempi anomali, giocata tutta d'estate e a ritmi molto serrati.

E in una città, Michetti, in sofferenza. Anche quest' anno crisi dei rifiuti. Il Sindaco Raggi ha emesso un'ordinanza per riaprire la discarica di Albano, poi al Mite hanno detto che è inefficace. Siamo al cortocircuito? «Non ho letto l'ordinanza, dunque non posso valutarla tecnicamente, ma questo non è fondamentale. Il punto della questione è che si lavora rincorrendo i problemi, senza programmare. E allora si ricorre alle discariche chiuse da riaprire, o quasi sature. Non è questa la strada da seguire, qui servono gli impianti di trattamento, riciclo, riuso. E per la sola parte non trattabile c'è il termovalorizzatore di San Vittore che dovremo potenziare».

Entro quanto tempo saremmo fuori da questa piaga?
«Gli impianti hanno una procedura di "incubazione", sul lato tecnico-amministrativo e poi per la realizzazione. Se si fanno le cose nei tempi, direi che in 24-30 mesi potremmo normalizzare la situazione, e dunque il problema definitivamente risolto. Nel frattempo, però, possiamo impiegare i primi sei mesi per risolvere tante cose: avviare una raccolta differenziata, mettere a posto l'Ama».

In questi anni abbiamo assistito ad un ping pong tra Roma Capitale e Regione Lazio sulle responsabilità per il mancato completamento del ciclo dei rifiuti. Lei che conosce le norme, di chi è la colpa?
«Ognuno ha la sua metà di colpa. La competenza è del Campidoglio, ma la Regione ha poteri sostitutivi e commissariali. Se uno tira da una parte, l'altro da un'altra, i cassonetti rimangono in mezzo e la città diventa una discarica a cielo aperto, con tune le degenerazioni del caso. Dagli animali che assaltano il pattume ai roghi tossici. Tutte situazioni che vanno stroncate quanto prima».

E poi c'è un altro tema collegato. Oggi abbiamo malcontento ad Albano per l'ordinanza. Malcontento a Magliano perché c'è la zona bianca individuata dal Mite per una nuova discarica. Fa bene tutto questo alla città metropolitana?
«Certamente no, ma è quanto accade quando si lavora in emergenza, le criticità sembrano insopprimibili e allora viene individuata una comunità cittadina "bersaglio" su cui si scarica il problema. Tutto questo crea un enorme disagio ed è una logica inaccettabile. Lo ripeterò fino allo sfinimento: serve programmazione». 

Il caos rifiuti è un volto del degrado, non l'unico. Lei ha svolto un sopralluogo a Tiburtina ed è stato quasi aggredito dai clochard accampati in zona. A Termini-Esquilino ci sono sacche di illegalità e microcriminalità molto radicate. Si tratta di due "biglietti da visita" della città, perché sono le aree attorno alle stazioni. Che idea ha su questo?
«Quelle che ha citato sono zone franche, dove stazionano soggetti che esercitano un potere illegale. Chi promuove il ritorno alla legalità viene allontanato e minacciato. Oltre a questo, anche li c'è immondizia ovunque. Cosa fare? C'è solo una strada, "tolleranza zero". Il primo passo da muovere è l'istituzione di un tavolo permanente tra Comune, Prefetto, ministro degli interni e le Forze dell'Ordine, che sia convocato ogni settimana».

Altro tema, la manutenzione delle strade. Oggi (ieri per chi legge n.d.r) lei ha avuto un botta e risposta con l'assessore Meleo. Quest' ultima ha respinto le sue accuse di mancata pianificazione, mettendo sul tavolo le cifre:450 milioni di euro spesi in 5 anni, ed oltre 800 lundi strade rifatte di sola grande viabilità. Lei come replica? «Insisto: non c'è stata pianificazione e inumeri non servono ad eludere il cuore del problema. La manutenzione delle strade deve avere una sua ciclicità. Lei sa perché si forma una buca?
O perché il lavoro non è stato fatto a regola d'arte, oppure perché c'è un evento traumatico. Escludendo la seconda fattispecie, piuttosto rara, rimane la grande frequenza della prima. È noto che le buche a Roma non sono un problema soltanto degli anni di Virginia Raggi ma lei, al pari dei suoi predecessori, non ha fatto nulla di quanto andava fatto».

Sguardo alla politica. Mentre lei fa campagna elettorale a Roma, il centrodestra a livello nazionale non fa che litigare. Cie, in qualche modo pub danneggiare la sua corsa? «Assolutamente no. Io sento costantemente tutti i leader e gli esponenti dei partiti di centrodestra. Da loro ho ricevuto un mandato chiaro: riportare la buona amministrazione ed è per quello che stiamo lavorando. Su quanto dobbiamo fare a Roma c'è massima concordia ed è ciò che conta».

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