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Omicidio Willy, parte il processo tra polemiche e accuse: i due fratelli Bianchi collegati da Rebibbia

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A nove mesi dall’omicidio di Willy Monteiro Duarte, comincia domani a Frosinone il processo in corte d’assise «Bianchi Gabriele + 3» che vede imputati per omicidio volontario quattro giovani di Artena: i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. I quattro sono tutti agli arresti ma, tra loro, solo Belleggia è ai domiciliari e sarà l’unico in aula.

I fratelli Bianchi e Pincarelli, assisteranno all’incardinamento del processo in teleconferenza dal carcere di Rebibbia dove sono detenuti. Presenza negata in aula che diventa motivo di critica per il legale di Marco e Gabriele Bianchi che, invece, chiesto la presenza in aula dei suoi assistiti perché «al momento -dice ad Agenzia Nova l’avvocato Massimiliano Pica del foro di Velletri - i miei assistiti sono conosciuti solo per alcune foto pubblicate dai giornali. Avrei voluto che la giuria li vedesse di persona e ne constatasse anche la somiglianza».

Appena nove mesi fa, seppure erano passati pochi giorni dall’omicidio del 21enne italo capoverdiano di Paliano, il quadro investigativo aveva già le fondamenta forti e i quattro giovani già in galera. Nella notte tra il 5 e il 6 settembre, infatti, Willy era con amici davanti al locale «Due di Picche» di Colleferro quando ha notato una accesa discussione tra alcuni suoi conoscenti da un lato, con Pincarelli e Belleggia dall’altro. Lui, che stava per tornarsene a casa, interviene per fare da paciere e sembra riuscirci. La tensione davanti al locale resta alta e un amico dei due ragazzi di Artena chiama i fratelli Bianchi noti per la frequentazione di sport da combattimento, ed anche per la facilità nell’usare la violenza. I due arrivano e cominciano a colpire i primi che si trovano davanti: tra questi Willy che, come sostenuto da decine di ragazzi, non aveva fatto altro che tentare di pacificare gli animi.

Pochi minuti, alcuni colpi inferti, poi la «banda di Artena» si dilegua con il suv dei Bianchi. Saranno fermati ed arrestati poche ore dopo in un bar ad Artena mentre Willy, lasciato agonizzante a terra, è morto in ospedale prima che facesse giorno.

La cautela dettata dal covid, però, ha influito sulla scelta del giudice Francesco Mancini, presidente della Corte d’assise che, data l’enorme attenzione sul caso dei media e della gente, per evitare un’aula particolarmente affollata, ha disposto il processo a porte chiuse limitando, nei fatti, anche se per motivi di salute pubblica, il diritto di cronaca. In aula, quindi, ci saranno oltre alla giuria, le parti civili già costituite che sono i genitori e la sorella di Willy, e a quelle che hanno già anticipato di volerlo fare che sono il comune di Artena, Colleferro e Paliano oltre alla Regione Lazio e ad alcune associazioni.

Sarà il dibattimento a stabilire chi dei quattro lo ha colpito, o lo ha colpito più duramente tanto da causargli la morte. Diversi testimoni raccontano di aver visto Marco sferrargli un calcio al petto; altri dicono Gabriele; Pincarelli, durante una intercettazione ambientale, mentre parla con il padre dopo essere stato arrestato, ammette di aver colpito il 21enne mentre era a terra; altri riferirebbero che anche Belleggia lo avrebbe colpito ma su questo, l’avvocato Vito Perugini che difende l’imputato ai domiciliari, ha sporto denuncia contro due giovani per false dichiarazioni a polizia Giudiziaria. Del resto, dei quattro è l’unico ai domiciliari perché la Procura di Velletri, che ha competenze sul caso, crede alla sua versione secondo la quale, a colpire Willy, sarebbe stato Marco Bianchi mentre il fratello Gabriele picchiava l’amico del 21enne ucciso. 

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