Caos rifiuti a Roma, la sindaca Raggi pensa di spedirli in provincia
Nessun passo avanti: il primo tentativo di mediazione del Ministero della Transizione ecologica va a vuoto. Regione Lazio e Roma Capitale restano ciascuno nel proprio angolo a guardarsi in cagnesco mentre la città annaspa tra i rifiuti. Il ministro Roberto Cingolani ha infatti sentito telefonicamente il sindaco Virginia Raggi e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, tentando un ruolo di mediazione. Al tavolo tecnico - presenti i tecnici di Ministero Regione, Comune, Città Metropolitana di Roma, oltre ad Arpa Lazio e Ispra - il Campidoglio ha ribadito il suo "niet" a trovare un sito sul territorio comunale per discarica e Tmb.
Da Palazzo Senatorio, che sotto elezioni non può certo permettersi di far cadere l'ennesima stella grillina, si preferisce la strategia del vampiro: portiamo l'immondizia fuori Roma. Per cui, stile cicala della fiaba, sversiamo i sacchetti a Civitavecchia e Viterbo che accogliendo i rifiuti romani si esaurirebbero in 6 mesi. Riapriamo Colleferro. Apriamo anche a Magliano Romano. E pazienza se i sindaci dei territori sono sul piede di guerra. Ad aggravare ulteriormente la situazione c'l'ipotesi, circolata durante la riunione, per cui la discarica di Sogliano Ambiente (in Emilia Romagna) potrebbe smettere di ricevere i rifiuti dalla Capitale non più il 30 giugno ma addirittura il 15, facendo così scattare l'allarme rosso dell'emergenza sanitaria in città tra una decina di giorni.
Il ministero, da parte sua, ha richiamato tutti gli attori in campo alla responsabilità istituzionale e a realizzare tutte le azioni necessarie per scongiurare le procedure di infrazione.
La Capitale è stata richiamata a mettere il massimo impegno sulla raccolta e la realizzazione di impianti di compostaggio autorizzati e del piano industriale di Ama e di iniziare a raggiungere gli obiettivi comunitari, e a non concentrarsi solo sui Tmb per i quali il Campidoglio ha più volte annunciato di avere stanziato 100 milioni per acquistarne uno attivo nel Lazio (più quello da realizzare a Santa Palomba) che hanno una tecnologia obsoleta e producono rifiuti da smaltire e incenerire.
La Regione, invece, dovrà fornire al Ministero l'elenco degli impianti attualmente in funzione e di quelli autorizzati e la mappa dei flussi dei rifiuti, mentre alla Città Metropolitana di Roma invierà la cartografia del nuovo Ptpr in modo da verificare l'esistenza di aree bianche disponibili all'interno della Capitale per la localizzazione degli impianti di cui Roma ha bisogno, soprattutto ora per scongiurare una nuova emergenza rifiuti.