bando deserto
Tiberis, la spiaggia sul Tevere piace solo alla Raggi
Tiberis è già un flop. La spiaggia dei romani sotto ponte Marconi, tanta amata dalla Raggi, ritarda ad aprire perché nessuno vuole gestirla. La proposta di concludere il primo giugno i lavori di allestimento è fallita e non poche sono le difficoltà.
Il bando pubblicato da Zetèma, società in house di Roma Capitale, incaricata di predisporre la gara del servizio ristoro, è andato completamente deserto pertanto la scadenza del bando è stata prorogata. Nella speranza di una più ampia partecipazione, la società, ha così riaperto i termini per la presentazione delle proposte alle ore 12 di venerdì 11 giugno. Una scelta che arriva «in considerazione dello spostamento della data di avvio della manifestazione Tiberis 2021, dal 1 giugno, presumibilmente, al 15 giugno 2021».
Nonostante i buoni propositi dell'amministrazione capitolina di aprirla prima, il taglio del nastro di questa stagione tarda ad arrivare. Se è pur vero che negli anni precedenti è stata inaugurata ad agosto, a distanza di 4 anni dalla prima edizione, quando si ipotizzava la possibilità di poter usufruire del “lido” anche nei mesi invernali con attività didattiche di educazione ambientale o la realizzazione di una piscina all’aperto, nulla è cambiato, la situazione è rimasta identica agli anni precedenti se non addirittura peggiorata.
Dulcis in fundo, non si vedono i lavori di riqualificazione della banchina lungo il fiume, abbandonato dallo scorso anno e notevolmente trasformato dalle piene durante il periodo invernale. E a qualche decina di metri verso lungotevere Pietra Papa, ancora è presente una “favelas” con baracche abusive e dove la notte si accendono roghi tossici di rifiuti accumulati e in parte sversati abusivamente e direttamente nel Tevere. «Non ci rimane che rinnovare la proposta di bloccare la sperimentazione del lido, inutile e costoso - commenta Piergiorgio Benvenuti, presidente del movimento ecologista EcoItaliasolidale - interessante prevedere un progetto di riqualificazione del tratto fluviale con un ente gestore del Tevere che si occupi di un progetto complessivo: la depurazione delle acque, la piena navigabilità del fiume, la valorizzazione degli argini, la valorizzazione degli impianti di ex archeologia industriale abbandonati, comprese le competenze sulla pista ciclabile, del poco che rimane dell’esistente ippovia e della gestione dei parchi fluviali che ancora non sono stati avviati».