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Sessanta giorni per trovare una discarica a Roma: ultimatum alla Raggi, rischia il commissariamento

Fernando Magliaro
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Nemmeno 24 ore dopo la sentenza del Tar che ha annullato l'Ordinanza Zingaretti sui rifiuti, e la Regione passa al contrattacco: immediatamente approvata, all'unanimità, compresi i due assessori grillini - Roberta Lombardi e Valentina Corrado - una delibera di Giunta che diffida il Comune assegnando al Campidoglio 60 giorni per l'«individuazione di uno o più siti nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale e di Roma Capitale, idonei alla localizzazione e realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, per garantire l'auto sufficienza della Città Metropolitana di Roma Capitale e di Roma Capitale». Giovedì 27 il Tar aveva emanato una sentenza che stabiliva due cose: la prima, che lo strumento giuridico, l'Ordinanza, scelto dalla Regione per far fare al Comune i compiti a casa era sbagliato. Il secondo, che manca il Piano per l'Impiantistica, competenza del Comune e della Città Metropolitana.

 

 

Dopo l'iniziale e ingiustificato trionfalismo del Campidoglio nei primi minuti dopo la sentenza, ieri il Comune ha tentato di abbassare il livello dello scontro, livello che durante la mattina aveva spedito alle stelle Katia Ziantoni, assessore ai Rifiuti della Giunta Raggi. Intervistata nel programma Gli Inascoltabili in onda su Nsl Radio, la Ziantoni aveva detto: «Ci daranno al massino 60 giorni e poi scatteranno i poteri sostitutivi? Mi posso fare una grande risata?». Invece, nel pomeriggio, da Palazzo Senatorio arriva una nota di tutt'altro tenore: «Roma Capitale aiuterà la Regione Lazio a trovare la soluzione migliore per la gestione dei rifiuti a livello regionale. Si prende atto positivamente del fatto che, a seguito della sentenza del Tar che ha annullato l'ordinanza del Presidente della Regione Lazio, lo stesso ente regionale abbia finalmente mostrato la disponibilità ad assumersi le responsabilità che la legge gli assegna e a trovare una soluzione condivisa nell'interesse dei cittadini».

 

 

In realtà, il tono è conciliante anche se in Campidoglio continuano a travisare la realtà: la legge non assegna alla Regione il compito di trovare il sito per la discarica, dato che è un compito del Comune. La legge assegna i poteri sostitutivi alla Regione in caso di inadempienza del Comune. Non a caso, nella delibera di Giunta Regionale il riferimento è al Piano Rifiuti 2020 in cui «l'offerta impiantistica garantisce l'autosufficienza a livello regionale» mentre non la soddisfa a livello comunale «a causa dello scompenso tra produzione e trattamento dei rifiuti di Roma Capitale». La produzione di rifiuti di Roma città da sola pesa il 73% della provincia e il 60% dell'intera Regione. Accantonando gli aspetti tecnico legali di questa stucchevole querelle, emergono svariati problemi politici. Il primo, ovviamente, è la duplice frattura nei 5Stelle: quelli in Regione contro quelli in Comune. E con la nota del Campidoglio che smentisce i toni talebani dell'assessore Ziantoni. Il secondo è un problema tutto Pd: i 60 giorni scadranno il 27 luglio. Con i tempi della nomina di un commissario, Gualtieri rischia di dover gestire il contraccolpo della scelta a pochi giorni dal voto per le Comunali.

 

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