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Lazio, un altro rinvio sul vaccino. Dosi in farmacia solo a giugno

Antonio Sbraga
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Il vaccino non è vicino in farmacia: slitta per la seconda volta consecutiva, infatti, l’avvio delle somministrazioni delle dosi nelle mille farmacie laziali. In principio doveva partire «dal 20 aprile», annunciò il governatore Nicola Zingaretti. Costretto poi a rinviare di un mese, sia pur mettendo le mani avanti: «Se arrivano le dosi, dal 20 maggio partiremo con la somministrazione in farmacia del vaccino Johnson & Johnson».

 

Ma neanche giovedì prossimo partiranno le inoculazioni nelle mille farmacie laziali (di cui 700 a Roma) che hanno aderito al progetto. Ora nuovamente slittato «all’inizio di giugno». FederFarma Roma ha già calcolato un fabbisogno di «600 mila inoculazioni al mese», oltre i 505.800 vaccini che Johnson & Johnson ha distribuito finora in tutta Italia. Però nel Lazio sono in attesa dei flaconcini J&J anche i medici di famiglia e i maturandi.

 

«Dal 20 maggio verranno consegnati ai Medici di Famiglia 20.000 dosi settimanali di Johnson & Johnson per le fasce consentite», recita infatti l’accordo che la Regione ha siglato con il sindacato Fimmg per far sospendere lo stato d’agitazione dei camici bianchi. E ieri l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha annunciato «una 3 giorni dal primo giugno per la vaccinazione con Johnson & Johnson dei maturandi», che sono oltre 50 mila. Arriveranno dosi J&J a sufficienza per rifornire contemporaneamente i 3 fronti vaccinali (farmacie, studi medici e Hub scolastici)? D’Amato ieri ha annunciato l’arrivo di «50 mila dosi di AstraZeneca», che saranno distribuite anche nei centri vaccinali aperti per gli Open-Days: «il prossimo fine settimana sarà ancora per gli over40».

 

Da questa notte, invece, sono partite le prenotazioni per la fascia d'età 51-48 anni (nati dal 1970 fino al 1973). «L’esito della Campagna vaccinale sta avendo ripercussioni molto buone anche sul tasso di mortalità, che è sceso in tutte le classi d’età - ha annunciato di Dipartimento di Epidemiologia - sugli anziani il numero dei decessi si è quasi dimezzato nelle ultime due settimane. Sulle persone over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale la mortalità per Covid-19 si è ridotta del 95%».

Ma i medici di famiglia chiedono alla Regione «di indicare quali siano i criteri valutativi per le condizioni patologiche per le quali deve essere mantenuto un intervallo di 21 giorni» per i vaccini Pfizer. Perché, avverte il sindacato Fimmg, «l’efficacia del vaccino Comirnaty dopo la prima dose è del 52% rispetto al rischio di malattia grave e pertanto è pericoloso mantenere dei soggetti fragili nel limbo dell'attesa per altri 14 giorni» con il prolungamento del richiamo a 35 giorni.
 

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