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La vedova Cerciello porta un fiore sulla tomba di Mario dopo l'ergastolo ai due americani

Valeria Di Corrado
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Come in una processione, i familiari del vice brigadiere Mario Cerciello Rega e gli avvocati che li hanno assistiti stamattina sono partiti da Roma alla volta di Somma Vesuviana (in provincia di Napoli). Ognuno nella sua macchina, il corteo ha percorso l'autostrada A1 per raggiungere il cimitero dove è seppellito il carabiniere, ucciso a 35 anni con 11 coltellate ai fianchi, la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019, mentre era in servizio alla stazione Farnese, nel cuore della Capitale. Hanno onorato così una promessa che si erano fatti: portare tutti insieme un fiore sulla tomba di Mario, subito dopo la fine del processo per il suo omicidio. La sentenza è arrivata ieri in tarda serata, intorno alle 23, quando la prima Corte d'assise di Roma ha condannato all'ergastolo entrambi gli imputati: i ventenni statunitensi Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth. 

 

 

"Queste condanne non sono trofei di caccia da esporre nel salone - tiene a precisare l'avvocato Massimo Ferrandino, difensore della vedova Cerciello - Non si può gioire di fronte all'ergastolo di due ragazzi: dove finisce la sofferenza di una famiglia, quella della vittima, inizia la sofferenza di un'altra famiglia, quella dei genitori degli americani". "In Italia non siamo macellai del diritto, quindi ci dispiace - commenta il penalista - Anche perché la signora Esilio non ha sete di vendetta. Mario non glielo resitituirà nessuno. Porterà per sempre sul suo corpo il segno di quelle 11 coltellate inflitte al marito". Insomma, non c'è niente da festeggiare: un giovane esponente delle forze dell'ordine è morto mentre faceva il suo lavoro e due ventenni dovranno trascorrere il resto della loro vita dietro le sbarre. La differenza è che la vittima è morta senza avere scelta, né possibilità di difendersi; mentre i due imputati hanno scelto di ucciderlo, per vendicarsi della serata di sballo andata storta (per aver perso 80 euro e un grammo di cocaina), senza mai, tra l'altro, esprimere un vero pentimento per quello che avevano fatto.

 

 

Alla lettura del dispositivo, la vedova è scoppiata a piangere, stringendo al petto la foto di Mario in uniforme e tenendo con l'altra mano quella del suo avvocato, Massimo Ferrandino. "Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova - ha commentato la moglie della vittima dopo il verdetto - L'integrità di Mario è stata dimostrata dopo tante insinuazioni. Questa sentenza è il frutto di un lungo e doloroso processo che non ci ridarà la nostra vita insieme. Arrivare fin qui è stato come andare in quell'ospedale. Non possiamo che ringraziare giudici e avvocati, e tutte le persone che sono state accanto a Mario perché era il carabiniere di tutti. Un marito e un uomo meraviglioso, un servitore dello Stato che merita rispetto e onore, che lui stesso ha dimostrato da martire". 

 

 

«Sentenza severa ma corrispondente alla gravità e atrocità del fatto», ha commentato il professor Franco Coppi, legale della famiglia Cerciello Rega. «Inoltre va tenuto conto anche del comportamento dei ragazzi che non hanno dato segno di pentimento. L’età da sola non può costituire una attenuante. Natale, come sostenuto dal pm, è stato il regista della vicenda, il vero architetto del progetto omicidiario, mentre Elder è stato l'esecutore materiale. Un processo penale è sempre una vicenda impietosa. Non ci sono nè vincitori nè vinti - ha concluso il professor Coppi - C'è una famiglia che ha avuto una perdita dolorosa e due famiglie che vedono la perdita dei loro ragazzi».

 

 

«Questa sentenza rappresenta una vergogna per l’Italia, con dei giudici che non vogliono vedere quello che è emerso durante le indagini e il processo. Non ho mai visto una cosa così indegna. Faremo appello», è la reazione poco composta dell'avvocato Renato Borzone, difensore di Finnegan Lee Elder. «Qui c’è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito. Abbiamo assistito al solito tandem procure della Repubblica-giudici», ha concluso il penalista, continuando ad alimentare la teoria di presunti complotti e assurde dietrologie. Tra l'altro, in questo caso, è quanto mai inappropriata, visto che la Corte d'assise è composta da 6 giudici popolari e solo 2 togati.

 

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