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Il Campidoglio non riconosce figlia di coppia gay, il Tribunale civile lo boccia

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Il Tribunale civile di Roma ha accolto il ricorso presentato da una coppia omosessuale alla quale l’ufficiale di Stato Civile del Comune di Roma aveva negato l’annotazione dell’atto con il quale uno dei due genitori aveva legittimamente riconosciuto innanzi all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di Cerveteri la minore I.R.N. È quanto si legge nel decreto 13649/2019 RGVG emesso dal tribunale il 4 aprile 2021.

 

 

 

«Una nazione che non riconosce il diritto ad essere madre, è una nazione che calpesta i diritti civili. In Italia da anni la politica volta le spalle quando deve assumersi la responsabilità di fare scelte importanti per riconoscere i diritti sacrosanti ai genitori e ai figli», afferma il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci. «Proprio per questo, come sindaco di Cerveteri, ho personalmente registrato l’atto che sancisce la maternità dell’altra donna, compiendo un gesto in linea con i nostri principi Costituzionali che la sentenza del Tribunale di Roma di fatto confermano. Questo gesto spero che sia da esempio, ma soprattutto che sia da sprone per il governo affinché nessun figlio venga lasciato senza il diritto di avere due genitori. Sono convinto che la data di oggi sarà ricordata nella lunga battaglia per i diritti civili», conclude Pascucci.

 

 

 

«Come associazione forense, riconosciuta a livello nazionale, dobbiamo ammettere che, in questo caso, la grande assente resta la politica  - commenta l'avvocato Carlo Ioppoli, presidente nazionale di ANFI (Associazione Nazionale Familiaristi Italiani) - ll Tribunale non deve sostituirsi al Parlamento che dovrebbe legiferare su questioni di così grande interesse e sensibilità. E' importante che vi sia un intervento parlamentare per non lasciare dei vuoti di interpretazione che possano danneggiare i minori».

 

 

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