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Pranzo e cena con l'incubo coprifuoco, Roma si prepara alla "finta" ripartenza

Damiana Verucci
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Si riparte. Il Lazio torna oggi in zona gialla, via ai bar e ai ristoranti che potranno riprendere il servizio ai clienti seduti, purché all'aperto, sia a pranzo che a cena anche se con lo spettro del coprifuoco, che resta al momento fissato alle 22, e ripartono anche gli sport da contatto anche di squadra (calcio, beach volley, basket...) mentre bisognerà attendere almeno fino a metà maggio per le piscine e il primo giugno per le palestre.

 

 

 

La vera prova del nove sarà per bar e ristoranti che nei giorni scorsi si sono preparati con gli spazi fuori (sebbene almeno la metà degli 8 mila esercizi presenti a Roma ne sarebbe priva), ma anche con i menù più adatti perché c'è chi tra gli operatori della categoria sostiene che il Covid abbia cambiato anche le abitudini a tavola degli italiani: si mangerà di meno, vista pure l'imminente così detta prova costume e si preferiranno, molto probabilmente, gli aperitivi. Ecco allora che mutano i menù, spariscono i primi piatti abbondanti, si inseriscono insalate, frullati proteici per le pause pranzo e finger food e sempre più spesso sushi, per l'aperitivo. Che sarà un lungo aperitivo capace in qualche modo di sostituire la cena e farti tornare a casa con lo stomaco pieno e la soddisfazione di aver ripreso la vita di prima nonostante il rientro dettato dal coprifuoco.

 

 

 

Tra i ristoratori c'è voglia di ricominciare con un occhio al meteo e qualche timore tecnico, tra ombrelloni messi a coprire i tavoli che non riparano certo dagli acquazzoni, funghi per scaldare sì o no, visto che si va verso la stagione più calda, e domande come «e se piove all'improvviso mentre il cliente deve ancora terminare di consumare quello che ha ordinato, devo comunque fargli pagare il conto oppure no»? Tutte questioni aperte che però non hanno impedito ai romani di iniziare già a voler tornare alle abitudini di prima. «Le prenotazioni al ristorante già ci sono e sono tante – fa sapere Claudio Pica, presidente Fiepet-Confesercenti – nonostante il lunedì sia un giorno da sempre non ideale per uscire, sarà che si sta chiusi da tanti mesi numerosi associati mi fanno sapere di aver già esaurito i posti disponibili all'esterno».

Qualche problema in più lo avranno i bar, che non godono di pedane o tavolini fuori dal locale. La circolare del Ministero dell'Interno ha chiarito che potranno tornare a servire il caffé come da vecchia zona gialla soltanto gli esercizi dotati di uno spazio all'esterno, significa in poche parole ai tavoli fuori, per chi ne è dotato, o nei chioschi bar. Tutti gli altri dovranno continuare a usare bicchierini di plastica o di cartone riciclabile e quindi dell'asporto. Un danno importante, stimano da Fiepet, calcolato intorno ai 150 milioni di euro solo per il mese di maggio. Certo è che da quando la consumazione al bar non è più possibile sono letteralmente crollate le colazioni e le pause caffé, questo è presto detto vedendo gli ordinativi che sventolano a richiesta gli esercenti e che di media si sono dimezzati.

 

 

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