Armi "spuntate"
Negli ospedali del Lazio mancano gli infermieri: il sistema continua a collassare
Nel Lazio neanche la carenza di infermieri riesce a smuovere la graduatoria, "inferma" da oltre un anno, del concorsone del Sant'Andrea. A confidare nel "miracolo" ci sono più di 2600 infermieri ancora in lista d'attesa per una chiamata, riuniti nel Movimento permanente infermieri (Mpi): «Siamo gli ultimi 2.604 infermieri idonei del concorso pubblico regionale gestito dall'Azienda ospedaliera Sant' Andrea di Roma, che ad oggi, nonostante l'emergenza scaturita dalla pandemia di Sars-Cov-2 e la cronica e preesistente carenza di personale infermieristico sul territorio regionale, non hanno ancora visto riconosciute le posizioni guadagnate di diritto nella relativa graduatoria e le legittime aspettative di un'assunzione che di tale graduatoria tenga conto».
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E invece, protesta l'Mpi, nel frattempo, «per fronteggiare la carenza di personale infermieristico, gli Enti del sistema sanitario laziale continuano a promuovere avvisi pubblici, manifestazioni d'interesse e appalti in favore di cooperative sociali operanti anche nelle pubbliche strutture e aziende ospedaliere, incentivando di fatto il precariato». Oppure, come denuncia il sindacato infermieristico Nursind, con la «Regione che sta dando il via libera alle Aziende ospedaliere e alle Asl per spostare personale infermieristico dalle unità operative verso i punti di vaccinazione e i reparti Covid invece di assumere - dice il segretario romano, Stefano Barone - proprio mentre ci troviamo in gravi difficoltà, soprattutto per i pazienti in attesa di destinazione alle Unità Operative nei Pronto soccorso maggiori della capitale».
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Anche secondo il Nursind «sembra ora giunto il momento di sbloccare la lista di idonei dell'unico concorso per infermieri del Lazio, Sant'Andrea, perché se si chiudono i reparti per reclutare infermieri nei siti di vaccinazione o nei reparti Covid per mancanza di infermieri significa che il sistema sanitario è vicino al collasso e questo non ce lo possiamo permettere». Anche perché nel Lazio «ad oggi le unità assunte non bastano neppure a sopperire alle uscite dovute al blocco del turn-over. L'inevitabile conseguenza sono chiusure e accorpamenti di reparti ospedalieri, Hub, centri specialistici e Case della salute per le cure primarie - avverte l'Mpi -. Alla luce di ciò riteniamo che la nostra chiamata, oltre ad essere un diritto raggiunto a seguito del superamento della selezione di un regolare concorso, costituirebbe un vantaggio per i tanti pazienti del territorio». A cominciare dagli «infermieri di comunità, previsti dalla nuova legge 77: nella Regione Lazio si parla di 970 unità circa».