Traffico e sicurezza stradale, Roma è la peggiore città d'Italia della classifica di Legambiente
Cartellino rosso di Legambiente alla città di Roma, ma in generale su smog e sicurezza sulle strade "non si salva nessuna" delle grandi città italiane. 15 capoluoghi italiani sono stati sottoposti a uno stress test da Legambiente, con la campagna "Clean cities", che dall’8 marzo al 9 aprile ha acceso i riflettori su ciclabilità, mobilità elettrica, sicurezza e inquinamento atmosferico per valutare la capacità di rispondere alla crisi della mobilità di fronte agli stress causati dalle minacce globali, dal Covid al cambiamento climatico, e le conseguenti crisi economiche e sociali.
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Le città italiane, spiega il report Legambiente, "sono ancora molto lontane dagli obiettivi di mobilità sostenibile e sicurezza fissati al 2030” e a Roma va la maglia nera della classifica, con un dato pari a zero per traffico e sicurezza e 1 per le politiche adottate al 2030 su una scala fino a 5. Le risorse europee "possono rappresentare un’occasione unica per rendere le città protagoniste di un cambiamento epocale" osserva il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini nel rivolgere un appello ai sindaci e alle amministrazioni comunali, affinché "propongano progetti concreti di riqualificazione urbana".
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Tra le altre città che spiccano in negativo ci sono anche Ancona, Padova, Perugia e Pescara (fra le più inquinate e meno sicure per traffico e incidenti stradali), mentre Bologna, Milano e Firenze hanno appena la sufficienza per aver adottato politiche per potenziare una mobilità sostenibile. Ancora insufficienti, nonostante gli sforzi, Genova, Torino, Catania Cagliari, Bari, Napoli e Palermo. In generale le città italiane sono ancora molto lontane dagli obiettivi di mobilità e sicurezza fissati al 2030. L’Italia - secondo Legambiente - deve necessariamente accelerare verso una mobilità a emissioni zero, anche per ridurre il livello di inquinamento che le affligge: in tutte le 15 città toccate dalla campagna la quantità di PM10 supera il valore soglia indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (pari a 20 microgrammi/m3), con picchi di criticità rilevati nelle città di Torino (35 microgrammi/m3), Milano (34 microgrammi/m3) e Padova (35 microgrammi/m3). Una condizione che ha ricadute anche sul piano economico: i costi medi annuali per abitante relativi ai costi sociali e ambientali dell’inquinamento (perdita di anni di vita, ricoveri ospedalieri, giornate di lavoro), viaggiano dai mille a quasi tremila euro l’anno, una somma che rappresenta in media oltre il 5% del PIL pro capite.
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