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Sequestrate le mascherine bacate date ai medici. Gli ospedali del Lazio le ritirano

Antonio Sbraga
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Gli ospedali del Lazio costretti a riconsegnare con urgenza una fornitura di mascherine finita sotto inchiesta e sequestrata dalle Fiamme Gialle. E’ la Cisl Medici Lazio a renderlo noto: “A seguito del decreto di sequestro della Guardia di Finanza di Gorizia, le Asl e le Aziende ospedaliere del Lazio stanno in queste ore provvedendo all'urgente ritiro di alcune tipologie di mascherine, alla immediata sospensione dell’utilizzo delle stesse e alla riconsegna di tali mascherine ai magazzini. I Dispositivi di protezione individuale (DPI) oggetto di sequestro risultano essere stati distribuiti dalla Regione Lazio a seguito della verifica svolta dal Comitato Tecnico Scientifico della Struttura Commissariale che le aveva reputate conformi all'utilizzo in quanto idonee all'uso in ambito sanitario a protezione del Rischio Biologico”.

 

 

 

Un caso già denunciato oltre un anno fa dal sindacato: “Sono passati ben 13 mesi da quando la Cisl Medici, contestava il decreto legge Gualtieri che autorizzava il ricorso anche alle mascherine chirurgiche, quale dispositivo idoneo a proteggere gli operatori sanitari, stabilendo che fossero utilizzabili anche mascherine prive del marchio CE previa valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità”. Già allora, infatti, i responsabili della Cisl Medici Lazio avevano messo in guardia: "Non scherziamo sulla pelle dei malati. Non scherziamo sulla pelle dei medici, degli infermieri e degli altri operatori della sanità a forte rischio di contrarre un contagio”, scrivevano i segretari di Cisl Medici Lazio, Luciano Cifaldi, e Cisl Medici di Roma Capitale/Rieti, Benedetto Magliozzi, pretendendo chiarezza e non la "fantasia applicata alla sanità”. Anche nei mesi successivi “la Cisl Medici nel Lazio aveva continuato a chiedere incessantemente e pubblicamente all'Assessore alla Sanità di "intervenire autorevolmente a tutela della salute pubblica perché gli operatori tutti e i cittadini hanno bisogno di chiarezza e garanzia. Richieste rimaste inascoltate e mai riscontrate”.

 

 

 

Fino alla scorsa settimana, quando in un comunicato il segretario della Cisl Medici Lazio, Luciano Cifaldi, ha dato notizia “di una mail pec del 5 aprile indirizzata alla Regione Lazio, con la quale venivano chiesti urgenti chiarimenti sulla distribuzione  al personale sanitario di DPI-mascherine recanti sulla confezione le dicitura “For Medical Use Prohibited” - “Non Medical Usage" - "Non medical" ed altro analogo significato”. Però neanche all’ultima missiva della Cisl Medici Lazio “è stato dato alcun riscontro, nonostante sia passato ormai moltissimo tempo da quando nei primi mesi del 2020 la carenza di mascherine era drammatica, ancora oggi a distanza di oltre un anno dalla prima fase della pandemia perdura la distribuzione di DPI recanti in confezione tali dichiarazioni”. La Cisl Medici, conclude l’oncologo Cifaldi, "a tutela della salute e sicurezza dei propri iscritti e degli operatori sanitari” aveva chiesto "una specificazione di appropriatezza di tali DPI nel contrasto alla diffusione del contagio della infezione da Sars CoV2” e “alla Regione Lazio di indicare se tali DPI sono conformi ed appropriati all’uso negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie. Oggi la notizia del provvedimento di sequestro. Ogni commento appare superfluo”.

 

 

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