Le corse degli ultimi
Buoni taxi ai fragili, a chi vanno. Bufera in Commissione, cosa dicono i disabili
Buoni taxi alle persone fragili, bufera sulla commissione capitolina per individuare la platea degli utenti a cui destinare i voucher, oltre 6 milioni di euro già finiti nelle casse del Campidoglio, e le Consulte per la disabilità dei municipi che accusano di essere state escluse dalla discussione.
“Stamattina la riunione della V Commissione permanente ci ha tagliato fuori, sono stati invitati solo due Consulte per la disabilità quelle dei Municipi 12 e 15, che sono anche le uniche presenti nell’Osservatorio per il trasporto individuale per le persone con disabilità di Roma” attacca Sofia Donato, presidente della Consulta per i disabili del Municipio XI che ha inviato un documento di protesta firmato insieme con i presidenti delle Consulte per la disabilità dei Municipi 8 e 7, rispettivamente Elena Pasquali e Roberto Calabrò.
Nel documento si fa presente che: “Con l'approvazione del regolamento e l'insediamento dell'Osservatorio, complice il delegato della Sindaca all’Accessibilità Universale Andrea Venuto, le nostre consulte non hanno mai avuto voce sul servizio. Abbiamo ripetutamente scritto a tutti gli Assessori competenti ed ai Presidenti di Commissione ma invano. Adesso addirittura ci troviamo di fronte ad una convocazione che sceglie, arbitrariamente, quali consulte invitare in Commissione per discutere i criteri per la distribuzione dei nuovi buoni taxi - stigmatizzano Donato, Pasquali e Calabrò -. Nel ricordare che le consulte romane per la disabilità sono autonome e indipendenti e parlano per la specificità dei propri territori di appartenenza con pari dignità ed in alcun modo è possibile imporre loro forme di rappresentanza, men che meno a votazione per maggioranza, richiediamo la correzione della convocazione della commissione in oggetto con l'inserimento di tutte le rappresentanze istituzionali delle persone con disabilità di Roma e denunciamo una volta ancora l'azione scorretta di chi da anni impone la presenza di pochi nell'Osservatorio escludendo volutamente altri; stranamente quanti all'epoca ottennero l'apertura del regolamento a tutte le disabilità chiedendo a gran voce equità di trattamento, che i 10 punti prioritari dati ai lavoratori non garantiscono a totale discapito delle persone con disabilità intellettivo relazionali”.
Alla riunione stamattina, della V Commissione permanente capitolina, in collegamento su Team, nel rispetto delle norme anti Covid, c’era anche la Donato. “Alla fine sono riuscita a prendere la parola anche io, ma solo perché la commissione è pubblica – premette la presidente della Consulta per la disabilità del Municipio 11.
Dalla commissione è emerso che “non possono essere i romani a pagare il welfare ai tassisti”. “Intanto ci sono oltre 6 milioni di euro arrivati dal Governo da spendere entro il 31 dicembre, e si sta ancora discutendo sulla platea dei destinatari. E poi questi bonus sono nati male, per più di un motivo. Sono dispendiosi perché lo Stato copre solo fino ai 20 euro per corsa taxi o ncc, che devono rappresentare il 50 per cento del valore della corsa, l’altro 50 lo mette l’utente fragile.
Se il valore eccede i 40 euro l’eccedenza la paga l’utente fragile. Ed è molto facile, anzi è la norma, che in una città come Roma una corsa costi molto più di 40 euro con le distanze da coprire e il traffico che non sono le stesse di una piccola città di provincia. E poi se nella platea dei destinatari si vuole ricomprendere anche le persone con ridotta mobilità devi avere un flotta auto di taxi ed ncc adeguata a portare anche le carrozzine.
Ma cosa ha deciso di proporre la Commissione?
“Che Roma trovi le risorse per coprire l’altra quota spettante all’utente, in primis. E hanno suggerito di ampliare al massimo la platea degli utenti (le persone con disabilità partendo da quelle in lista d’attesa per il servizio trasporto individuale di Roma Capitale, le persone con disagio mentale, gli anziani, le donne in gravidanza e una particolare attenzione alle donne che sono anche le più colpite dalla pandemia”.
“Intanto però - continua Donato - il numero delle corse pro capite non è stato ancora stabilito. Per concludere, anche io affermo che non possono essere i cittadini a pagare di tasca propria il welfare dei tassisti”..