Riaperture scuola, il pasticcio nel Lazio: manca ancora l'ok a nidi e asili
Se fosse una canzone sarebbe «Confusione». Ma non è un revival di Lucio Battisti. Magari. È, invece, la sintesi del balletto che continua a tenere in scacco il mondo della scuola nel Lazio. La regione è passata in fascia arancione: è stata dunque resa nota sul piano nazionale la riapertura prima di Pasqua per soli due giorni - di asili, elementari e medie. Mentre le secondarie di secondo grado, cioè le superiori, proseguiranno in didattica digitale, tornando in presenza il 7 aprile. La Regione Lazio in un primo momento ha ufficializzato il rientro per lune di, per poi rettificare il giorno seguente, visto che l'ordinanza del Ministro Speranza sulla zona rossa era riferita a 15 giorni e non ai 14 classici. Ma non ci si è fermati sul caos scatenato nelle menti di famiglie e personale scolastico sulla data del ritorno sui banchi. Si è andati ancora oltre.
La nota dell'Ufficio scolastico regionale di venerdì inviata alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado riporta, infatti, che «martedì 30 marzo le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione assicureranno la didattica in presenza per tutto il tempo - scuola». Si parla solo del primo ciclo: quindi elementari e medie. Non di nidi e infanzia, inclusi, al contrario, nel ritorno in presenza a livello nazionale (notizia rilanciata in un post su Face book dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti).
E si specifica pure che si è in attesa «entro breve della pubblicazione sia dell'ordinanza del Ministro della Salute sia del Presidente della Regione Lazio», che renderanno ufficiale la cosa. Dall'Assessorato regionale alla Scuola fanno sapere che la riapertura in presenza da martedì riguarderà anche nidi e infanzia, ma che questi ultimi non dipendono dall'assessorato regionale. In teoria, quindi, si aspetta una terza ordinanza per la Capitale, da parte del Campidoglio. Mentre famiglie, insegnanti e dirigenti scolastici annaspano nel trambusto, dovendo altresì mettere in conto l'organizzazione dei plessi in termini di rafforzamento sul piano della sicurezza tra nuove indicazioni di distanziamento fisico e altro. Non solo: alcune scuole del Lazio non riapriranno per niente prima delle festività pasquali. Perché in fascia arancione è lasciata facoltà ai sindaci di valutare il da farsi.
"Provvedimento idiota", la Meloni si scaglia su Speranza sulle scuole
E allora il sindaco di Rieti si appresta a firmare un'ordinanza che dispone la chiusura, nei giorni 30 e 31 marzo, delle attività in presenza degli istituti comprensivi, delle scuole dell'infanzia e dei nidi presenti su tutto il territorio comunale. La decisione, a tutela della salute pubblica, stata assunta «anche in considerazione del fatto che la riapertura delle scuole in presenza per soli due giorni, prima della sospensione per le vacanze pasquali, esporrebbe la popolazione al rischio di contagio proprio nel periodo di maggior diffusione di nuove varianti che risultano essere più aggressive sulla popolazione giovanile». Scuole chiuse negli stessi giorni a causa dell'escalation dei contagi da Covid-19 in tre comuni della provincia di Latina: Pontina, Fondi e Cori, dove sono già state firmate le ordinanze in materia. Prorogata fino al 6 aprile la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in Ciociaria. Scuole chiuse il 30 e 31 marzo a Montelibretti, a Ladispoli e da altre parti. Tirando le somme: molto rumore per nulla, e una Babele infinita.