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Scuola in presenza per gli alunni disabili paragonata al servizio di baby sitter. Bufera alla Randaccio

Grazia Maria Coletti
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Scuola in presenza per gli alunni  disabili paragonata al servizio di baby sitter. Bufera alla scuola Randaccio di Casal Bertone a Roma. "Vi chiediamo scusa se per questo motivo non possiamo fornire un supporto da baby-sitter ma solo un'azione educativa finalizzata agli apprendimenti e se la nostra attenzione è rivolta al benessere dei vostri figli e alla crescita di tutti quanti loro, senza distinzione alcuna: scusate se è questo il nostro mandato di maestre e maestri". 

Bufera sulla risposta choc ai genitori dei bambini disabili e con bisogni educativi speciali (Bes) che chiedevano perché gli alunni fragili di una scuola di Roma, nella periferia Est della città, non possono avere i loro compagni in classe durante le lezioni in presenza mentre il Lazio è in zona rossa.

Il post firmato come "Comunità scolastica Plesso Randaccio" è apparso sulla pagina Facebook della scuola, che non è attualmente più online, raccontano le mamme con figli fragili. E ha scatenato le proteste perché, sottolineano i genitori, "è apparso beffardo e denigratorio il paragone tra la scuola in presenza per i bambini fragili e il servizio di baby- sitter, un'offesa alle famiglie come se volessimo portare i figli a scuola per non averli più in casa".

Il caso nasce dalla possibilità offerta dalla nota ministeriale all'ultimo Dpcm del 2 marzo scorso di fare lezione in presenza per alcuni casi, anche per i bimbi con disabilità accertata e con bisogni educativi speciali, creando un mini gruppo di compagni di classe, ma lasciando la decisione alla valutazione delle singole scuole.

"Mio figlio è un bambino di 9 anni con disturbi dello spettro autistico. Avrei tanto voluto mandarlo a scuola in presenza perché lui ha bisogno di stare con i compagni, gli servono i contatti, l'affetto. La scuola non è solo imparare le nozioni di matematica e italiano. È il primo nucleo sociale dove i bambini si trovano. Fondamentale soprattutto per i piccoli più fragili. E perciò paragonare le lezioni in presenza ad un servizio di baby sitter è offensivo e denigratorio, e dovrebbe indignare tutti, non solo le famiglie dei bambini con disabilità" racconta la mamma di un bambino disabile iscritto alla elementare del plesso Randaccio di Casal Bertone, che fa parte dell'IC Piersanti Mattarella, di Casal Bruciato.

Tutto nasce dalla nota ministeriale 662 del 12 marzo 2021 che prevede la possibilità, sulla base della valutazione della scuola, che gli alunni con disabilità e bisogni speciali possano seguire la didattica in presenza "in situazione di effettiva inclusione" recita la nota. Ovvero con un piccolo gruppo di compagni della propria classe e non da soli con l'insegnante di sostegno.

La nota fa riferimento all'articolo 43 del Dpcm 2 marzo 2021, che dispone, tra l'altro, "la possibilità di svolgere attività in presenza" anche per "mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali ”.

La nota, quindi, non impone, ma rende possibile, attuare le lezioni in presenza anche in zona rossa, come lo è il Lazio in questo periodo, lasciando discrezionalità alla valutazione delle singole scuole. E alla scuola Randaccio di Casal Bertone, valutata la situazione endemica ed i dati attuali, le lezioni in presenza per bambini con disabilità e Bes sono state attivate con l'insegnante in classe, ma senza la presenza di un piccolo gruppo di compagni. Alcune famiglie con figli fragili, perciò, appurato questo, hanno scelto, loro malgrado, di tenere i figli in Dad piuttosto che farli restare in classe con l'insegnante ma senza i compagni. Mentre altre, hanno portato lo stesso i figli a scuola, anche senza compagni, perché non avevano alternativa.

Da qui la richiesta di risposte. “Abbiamo inoltrato una lettera anche all'Ufficio scolastico regionale, al Ministero dell'Istruzione e alla Regione Lazio. E proprio in seguito alle domande poste alle istituzioni è arrivato il post denigratorio e offensivo, firmato dalla Comunità scolastica Plesso Randaccio, pubblicato sulla pagina Facebook della scuola. Che si rivolgeva a noi, con nomi e cognomi dei firmatari, poi cancellati. Prima il post è stato modificato, togliendo appunto i nomi ei cognomi dei genitori. Infine è stata chiusa la pagina Fb della scuola. Ma abbiamo ancora gli screenshot . La lettera con la frase che paragonava la scuola in presenza per gli alunni disabili a un servizio di baby sitter iniziava così.

"Cari genitori, oggi apprendiamo con molta tristezza la vostra segnalazione agli organi di competenza dei disagi che la nostra scuola sta provocando nei confronti dei bambini con disabilità riconosciuta e Bes". Ed ecco lo screenshot con la frase contestata, accusata di paragonare le lezioni in classe ai bambini disabili ad un servizio di baby-sitting.

La situazione ad oggi è questa, concludono le mamme. Gli alunni con problemi di fragilità, che  attualmente fanno lezione in presenza nel plesso Randaccio continuano ad essere soli in classe senza i compagni. Quando poi altre scuole del territorio sono riuscite ad attivare la didattica in presenza in piccoli gruppi di allievi. Perché qui no?

 

 

"Ritengo grave la scelta della direzione scolastica di non consentire ai compagni di classe degli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali di poter frequentare le lezioni in presenza seppur a rotazione rendendo così effettivo il principio di inclusione previsto anche dall'ultimo DPCM . Questa decisione contrasta con tutte le linee guida educative a sostegno degli alunni con disabilità, per questo mi auguro che la direzione scolastica voglia immediatamente rivedere tale decisione così come richiesto da tanti genitori". Così Federico Rocca, responsabile romano enti locali Fratelli d'Italia.

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