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Elezioni Roma, Letta studia il dossier: Pd ancora senza candidato

Daniele Di Mario
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A Roma nulla è ancora deciso. Il Partito democratico è una polveriera pronta a esplodere ed è sempre senza candidato. Così a prendere direttamente in mano il dossier Campidoglio è il neosegretaro Enrico Letta, che, dopo aver nominato vicesegretari Irene Tinagli e Peppe Provenzano, incontro Roberto Gualtieri. L'impressione, al termine del colloquio, è che la candidatura dell'ex ministro dell'Economia a sindaco di Roma, non sia così tanto scontata nonostante la disponibilità manifestata dal diretto interessato. Anzi, è una possibilità che oggi appare più remota. Ma ogni decisione verrà presa da Letta non prima di aprile.

Nel corso dell'incontro, Letta e Gualtieri affrontano il tema della candidatura a sindaco, ma entrambi si dicono irritati per la fuga in avanti che martedì aveva di fatto dato per certa a decisione dell'ex ministro dell'Economia di correre per il Campidoglio. L'irritazione di entrambi sorge per la fuga in avanti nell'annuncio di una candidatura a maggior ragione in un contesto in cui la data delle elezioni non è stata ancora fissata e la Capitale si trova in zona rossa per la pandemia. Non è certo tempo di decisioni e di annunci bilaterali. Gualtieri stesso peraltro non avrebbe ancora deciso e avrebbe bisogno di ulteriore tempo di riflessione per sciogliere la sua riserva. «Ringrazio il segretario Enrico Letta per il lungo colloquio con cui stamattina (ieri ndr.), in piena sintonia, abbiamo analizzato la situazione relativa alle prossime elezioni comunali di Roma dopo gli articoli apparsi sulla stampa negli ultimi giorni - scrive Gualtieri su Facebook Entrambi siamo rimasti stupiti per le indiscrezioni su una inesistente fuga in avanti rispetto ad un percorso che richiede ancora importanti passaggi politici».

«Per quanto mi riguarda - spiega l'ex ministro - ho detto al segretario quello che avevo già spiegato ai segretari del Pd del Lazio e di Roma, ovvero che, come è doveroso per una decisione di così grande responsabilità, sto ancora riflettendo se dare la mia disponibilità alla candidatura a sindaco, che da più parti mi è stata sollecitata». «Roma - scrive ancora Gualtieri la città dove sono nato e che ho l'onore di rappresentare in Parlamento, e ho particolarmente a cuore un suo rilancio che ne valorizzi le immense risorse e potenzialità e ne affronti i gravi problemi. D'altronde, molti dei temi su cui ho lavorato senza sosta nella mia esperienza di ministro e che ora sono al centro dell'agenda del Governo Draghi - dagli investimenti per la sostenibilità e l'innovazione, a partire dalla straordinaria opportunità di Next Generation Eu, al sostegno al welfare e agli enti locali - sono cruciali per Roma, e su di essi continua e continuerà il mio impegno quotidiano». «Proprio per questo conclude - ho assicurato ad Enrico che, qualunque sarà l'esito della mia personale riflessione e del percorso che il Pd sceglierà, non fan) mancare il mio contributo alla battaglia per portare la capitale d'Italia ad avere un sindaco forte ed autorevole espressione di una coalizione progressista e di centrosinistra».

La retromarcia di Gualtieri riaccende le polemiche nel Pd. Per Patrizia Prestipino, deputata di Base riformista, il «top» sarebbe Nicola Zingaretti. Monica Cirinnä, già candidata, vuole le primarie oppure Enrico Letta si chiede - «farà il solito caminetto?» e su Gualtieri dice: «Non ci si candida spuntando come funghi». Ma i problemi a Roma il Pd non li ha solo al proprio interno, ma anche con gli alleati. Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, chiede a Letta di dare un segnale concreto di cambio di passo e di appoggiare Carlo Calenda. Testi condivisa dal sindaco di Mi lano Beppe Sala: «A Roma auspico che si trovi una sintesi tra Carlo Calenda e il Pd, lasciarla alla destra non mi sembra il caso. Bisogna farlo». Intanto Liberare Roma, movimento civico che fa riferimento a Massimiliano Smeriglio, presenta il proprio programma per il Campidoglio insieme alle forze sociali, politiche e sindacali della città.

«È una buona notizia», dice l'eurodeputato eletto da indipendente nelle liste del Pd, che chiede di fermare il caos su Roma e secondo cui «chiacchiere e indiscrezioni anno il solo scopo di indebolire il campo progressista. Per vincere servono credibilità, idee e passioni forti. Per vincere servono coalizione e primarie». Smeriglio poi difende Goffredo Bettini: «E un amico, è diventato il capro espiatorio di tutti i mali del Pd. Ha tutta la mia solidarietà». Ma per ora i Dem a Roma hanno solo due certezze: le candidature di Carlo Calenda e Virginia Raggi. Entrambi non si ritireranno, frammentando ancora di più il campo della sinistra. Calenda si dice disponibile a parlare con Letta: «Disponibilità massima con Enrico, spero di incontrarlo presto. Non metterò mai davanti me a un lavoro che è utile per Roma. Il centrosinistra deve andare verso un rinnovamento profondo, non può essere monopolizzato dal Pd». La sindaca Virginia Raggi invece in un lungo post ribadisce la propria volontà di ricandidarsi per un secondo mandato, scelta di nuovo benedetta da Beppe Grillo: «Massimo sostegno alla nostra guerriera Virginia Raggi».

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