La Raggi scrive a Eurnova e alla Roma: sullo stadio di Tor di Valle 30 giorni per spiegare
È partita questa mattina la lettera in posta certificata dal Campidoglio a Eurnova, società di Luca Parnasi, proponente del progetto Stadio di Tor di Valle, e alla As Roma, in qualità di società sportiva utilizzatrice del futuro impianto con cui si danno 30 giorni ad entrambe per chiarire la situazione e produrre gli atti mancanti per poter procedere con l’iter del progetto.
Si legge: “l’Amministrazione non può che registrare l’emergere di un fattore di crisi in ordine alla sussistenza degli elementi di consenso necessari per il proseguimento congiunto dell’iter procedimentale”.
In pratica, scrive il direttore del Dipartimento Urbanistica, Cinzia Esposito, c’è la “constatazione di una oggettiva mancanza di consenso/accordo” fra le parti.
La Esposito ricorda come la “convenzione urbanistica sia stata delineata tra tutte la parti “tecniche” già nel 2020 e consegnata il 22 luglio” dello scorso anno.
“L’Amministrazione non vuole entrare nella valutazione circa la natura ed efficacia giuridica del rapporto fra As Roma e Eurnova ma richiede certezza dell’agire amministrativo”.
Quindi, “emerge la necessità” di sapere “se e come” Roma ed Eurnova “(e comunque il proponente Eurnova) proseguano congiuntamente nel processo partendo dalla sottoscrizione congiunta dell’Atto d’Obbligo”. Atto d’obbligo che è un impegno formale, da sottoscrivere obbligatoriamente e preliminarmente al voto in Consiglio comunale, e con i quale i presentatori del progetto si impegnano a realizzare tutto ciò che è contenuto nella Convenzione urbanistica.
Quindi, “l’Amministrazione si riserva un autonomo momento di analisi circa la sussistenza della imprescindibile qualificazione di “soggetto proponente” ma intanto richiede “a Eurnova e a tutte le parti private in indirizzo (quindi anche alla As Roma, ndr), di produrre congiuntamente tra loro entro 30 giorni” tutta una serie di documenti.
Fra questi: “uno schema di percorso che porti alla totale acquisizione/disponibilità giuridica e possessoria delle aree private libere da persi e vincoli”; le qualifiche dei soggetti in merito alla Convenzione, cioè chi è chi e chi fa cosa.
Poi, ovviamente, l’Atto d’obbligo e le garanzie fidejussorie.
In realtà, nella lettera oltre che il termine di 30 giorni è inserita la nomale clausola del “fatte salve eventuali controdeduzioni” alla lettera odierna che vale Coe “atto di comunicazione di avviso di avvio del procedimento di revoca delle delibere del Consiglio comunale” di Marino e della Raggi.
Insomma, esattamente come Il Tempo aveva anticipato ieri la situazione va verso una sorta di congelamento dell’iter.
La lettera del Comune, a meno che Roma ed Eurnova non trovino un nuovo accordo, finirà per produrre come effetti la cristallizzazione del conflitto fra di loro: le “controdeduzioni” inserite della lettera del Comune diventeranno il grimaldello giuridico per istituzionalizzare la rottura ma non per risolverla.
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