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Assenze per Covid, caos a scuola sulle regole

Valentina Conti
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Enigma assenze per Covid. E non solo. Aumentano infatti di giorno in giorno le lamentele raccolte dalle famiglie per la gestione delle assenze degli studenti in tempo di pandemia. Sgombriamo il campo da possibili equivoci sul tema: ad oggi una normativa ad hoc sul fronte nazionale, pensata in epoca di emergenza sanitaria, non esiste. Ci si riferisce, dunque, alla legislazione generale del Ministero dell’Istruzione sulla frequenza scolastica e il limite di assenze in vigore per la scuola secondaria di primo e secondo grado (pubblica e paritaria).

 

 

Ad un allievo, per raggiungere la validità dell’anno scolastico servono i tre quarti di ore in presenza. Poi, ogni anno, il collegio docenti delle singole scuole deve stabilire i motivi di possibile deroga al limite minimo. «Per cui, quest’anno, sarebbe logico inserire i giorni di assenza per Covid», ragiona Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, ricordando che «il monte ore stavolta includerà sia il calcolo delle ore di lezione a distanza sia di quelle in presenza». Va da sé che solo per il numero di assenze che ogni allievo potrebbe collezionare per cause legate al virus non sarebbe a rischio l’anno. Ma queste verranno comunque sommate alle altre assenze fatte nel corso dell’anno scolastico. E quindi con le operazioni di scomputo si potrebbe superare la soglia. 
La responsabilità di decidere di non contemplare le assenze per Covid nel conteggio complessivo rimane in capo ai singoli istituti, «che per ora si stanno muovendo applicando logiche di buonsenso», aggiorna Costarelli. «Penalizzare un ragazzo per condizione di forza maggiore sarebbe surreale», osserva Stefano Sancandi, dirigente scolastico del Liceo Primo Levi nella Capitale, che ci tiene a sottolineare che «la valutazione nella scuola è fondamentale, non è un arbitrio. Non funzionano le regole rigide – prosegue il preside - e responsabilità di ciascun istituto è quella di valutare l’insieme». Cosa serve? «Che da Viale Trastevere si dica una parola sulla questione. Anche semplicemente con una nota, il Ministero potrebbe invitare le scuole per quest’anno a prevedere tra i motivi non emergenti per la validità dell’anno scolastico quelli connessi alla pandemia», rimarca Costarelli.

 

 

Non è tutto. Alcuni genitori lamentano nel conteggio delle assenze segnate ai propri figli anche quelle legate a guasti tecnici nel funzionamento della didattica digitale. Connessioni di rete che saltano in zone poco o mal servite o giù di lì. Ed ecco che pure questo aspetto finisce nel mirino delle polemiche, sempre in riferimento all’autonomia scolastica. «Sul punto ci sono i regolamenti della Didattica a Distanza delle scuole e le varie circolari. Personalmente, mi sono orientata su una linea precisa – conclude la numero due di ANP Lazio alla guida del Liceo Newton di Roma - se si tratta di problemi tecnici, allora i genitori devono giustificare le situazioni che si possono presentare magari in aree dove la connessione è carente e le assenze non verranno considerate nel computo totale». 

 

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