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A Termini sono già tornate le favelas. La Lega punta il dito contro la Raggi

Massimiliano Gobbi
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Dopo lo sgombero, tornano le favelas a Termini. Era il 14 dicembre quando venne sgomberata la baraccopoli lungo le mura Aureliane in cui vivevano una cinquantina di persone costrette a dormire in un piccolo fazzoletto di verde tra il quartiere San Lorenzo e la zona di Castro Pretorio: scene che avevano attirato l’attenzione anche del Comitato per l'ordine e sicurezza pubblica.

Ora, a pochi mesi di distanza, quel luogo diventa nuovamente un rifugio. “Un centro d’accoglienza a cielo aperto”, denuncia la consigliera della Lega Laura Corrotti che si è recata direttamente sul posto per verificare le condizioni della baraccopoli.

Condizioni che colpiscono e mettono a rischio le persone più fragili, esposte oggi anche a temperature rigide e che proprio all’Esquilino - a pochi passi dalla Stazione Termini - hanno visto morire da novembre otto senzatetto con le proteste delle associazioni e comitati di quartiere rivolte alla sindaca Raggi sull’assenza di un vero e proprio ‘Piano Freddo’ che tuteli il territorio e, allo stesso tempo, i più deboli.

“A pochi mesi dallo sgombero della baraccopoli lungo le mura Aureliane, la situazione è tornata come prima: una fila interminabile di tende, stracci, sacchi a pelo e coperte, fuori da ogni garanzia igienico-sanitaria. Come è possibile permettere un degrado simile?” Attacca la Corrotti. M.G.

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