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Lanuvio, anziani morti nella casa di riposo. Lo strazio dei parenti: "Diteci cosa è successo"

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“Voglio solo sapere se è viva”.  L’ansia dettata dal non sapere se la propria madre sia tra le cinque vittime che questa notte hanno perso la vita nella casa di cura “Villa dei Diamanti”, a Lanuvio. Poi il responso: “Sua madre è in ospedale insieme ad altre sette persone: cinque anziani e due operatori. La notizia della strage di anziani per intossicazione nella casa di riposo "Villa dei Diamanti" in via Montegiove Nuovo a Lanuvio, alle porte di Roma, è stata appresa solo vedendo la televisione.

“Siamo parenti, vogliamo risposte - chiede una donna ai carabinieri che passano al setaccio la struttura cercando di capire le cause della tragedia - Questa storia dei tamponi come è andata a finire?” continua a domandare la donna originaria di Ariccia. La signora si riferisce alle analisi che ieri sono stati fatti a tutti gli ospiti: “Non sappiamo l’esito dei tamponi . Come sono andati? Io sono stata in pancia di mia madre per 9 mesi e ne abbiamo trascorso altri 60 insieme. Le comunicazioni ai parenti sono le prime cose - continua la donna - Mia madre non è una bambina. Ha compiuto 80 anni qualche settimana fa. Non siamo piantagrane. Ma sapere queste cose dal telegiornale non si può. L'ho portato qui per salvarla ma se tutto va bene adesso mamma dove la porto? Ho bisogno di sapere”.

Sono le 13,41 quando la gran parte di parenti iniziano ad arrivare al civico 3 di via di Monte Giove Nuovo dove c'è stata la strage di anziani. Una signora sulla sessantina è accompagnata dalla figlia: “ Fatemi passare. Non so che ci devo dire, fatemi sapere, non so se mamma c’è ancora - dice - Mamma è qui da tre anni, prima stava all’altra casa di riposo. Noi stavamo a pranzo quando abbiamo saputo la notizia. Ma Sabrina c’è? - domanda - La titolare non sa nulla? Come sta?”. Esce un carabiniere. Il responso è nefasto. Le urla si accompagnano a un pianto intenso, mentre gli altri parenti vengono fatti accodare tra le campagne in cui viene comunicato se il parente ospitato nella struttura sia morto o ricoverato in ospedale. “Vorrei solo sapere se mia mamma è viva - spiega un uomo - o almeno sapere se posso essere informato altrimenti non resto qui”.

La processione dei parenti continua. Il telefono di una donna accompagnata da un parente squilla: “Non lo so - risponde alla chiamata - so quello che ho sentito alla televisione. Sto aspettando di capire se mamma è morta”. Escono i carabinieri: “le comunichiamo, venga con noi”. Il responso: “Suo fratello e a Tor Vergata, in ospedale. Non sappiamo come sta, è positivo”.  Un sospiro di sollievo: “Poi la rabbia: a noi non ci dice nulla. Nessuno”.

Nel frattempo i carabinieri continuano a passare a setaccio la struttura. All’esterno della casa i militari sorvegliano anche una coperta verde: sotto c'è il cadavere di una delle vittime. Al fianco una carrozzina vuota. Il sospetto è che possa aver cercato di fuggire dal gas che ha sterminato le cinque persone.
Andrea Ossino (foto Nicola Dalla Mura)

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