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Ragazze investite, il padre: "Gaia mi manca, Genovese non si è pentito"

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"Mia figlia mi manca ogni istante della mia vita. Mi sento e mi sentirò sempre mutilato". Così in un` intervista a "La Stampa" Edward Von Freymann, padre di Gaia, una delle ragazze vittime dell`incidente stradale di Corso Francia, a Roma, per cui è stato condannato Pietro Genovese.

"Nelle settimane successive all`incidente - aggiunge - all`enorme dolore per la sua morte si è aggiunta una sofferenza indicibile, dovuta alla pubblicazione di notizie surreali sul suo conto. È stato detto che era avventata, che lei e Camilla si erano tuffate sotto l`auto in una zona senza strisce pedonali, con il semaforo rosso, scavalcando il guard-rail. Ho sempre saputo che era tutto falso. Io ho avuto un incidente gravissimo in moto e oggi vivo su una sedia a rotelle. Mia figlia era terrorizzata dalle auto. Perfino esagerata nella sua prudenza".

L`uomo si dice soddisfatto dalla ricostruzione dei fatti della sentenza: "Volevo soprattutto che a Gaia e Camilla non fossero addossate responsabilità che non avevano". Rispetto agli atti del processo "sono rimasto allibito osservando i video delle auto che sfrecciavano su corso Francia prima dell`incidente". Si aspettava una pena più alta? "Il fatto è oggettivamente gravissimo. Ma è impossibile quantificare in termini di pena la vita spezzata di due sedicenni. Per me era importante che si ricostruisse la verità".   Il ragazzo che guidava l`auto "è giovane e ancora immaturo.Non ha dimostrato pentimento, ma spero che un giorno prenderà coscienza di cosa è successo". Per la famiglia è in arrivo un indennizzo economico: "Mia figlia continuerà a vivere nelle vite dei tanti ragazzi che aiuteremo: abbiamo un progetto, ancora in via di definizione, molto ambizioso". 

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