caso vigili
Ecco perché la Raggi non può fare a meno del comandante Napoli
C’è un motivo se Stefano Napoli, dimissionario capo ad interim della polizia locale di Roma Capitale, rimane al suo posto di vicecomandante del Corpo.
Dopo il tentativo di infangarlo nonostante una carriera esemplare, la sindaca Virginia Raggi ha ragionato - ha dovuto ragionare - su anni e anni di servizio alla città. E ha preso atto di una realtà incontrovertibile: è un servitore delle istituzioni, una persona perbene.
Certo, Napoli non rinuncia a pensare di essere stato lasciato solo dalla sindaca, ma in Campidoglio nessuno può dimenticare date importanti.
Né poteva farlo la Raggi che a ogni piè sospinto di vanta di aver contrastato i Casamonica. Non lei, però, ma proprio Stefano Napoli ha costruito giorno dopo giorno un’istruttoria che portò ad esempio, il 21 novembre 2018, le ruspe in via del Quadraro ad abbattere le ville abusive del clan.
C’era anche Salvini quel giorno, era il ministro dell’interno.
E qualche settimana dopo la Raggi scrisse al comandante Di Maggio - ma ci tenne a mettere nell’intestazione e nella lettera anche il suo numero 2, proprio Stefano Napoli - per ringraziare la polizia locale di Roma Capitale “per l’efficienza e l’efficacia del ruolo svolto”, riconoscendo “serietà, riservatezza, professionalità, etica del sacrificio personale”.
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Parole importanti, vergate proprio da Virginia Raggi, che non possono essere offuscate da ricostruzioni fasulle su inchieste nelle quali proprio Napoli è sempre uscito come persona pulita.
Le mele marce vanno cercate altrove.