dopo lo scoop de il tempo
Su il sipario al Teatro di Roma. Gare e appalti sospetti, il caso in Parlamento
Faceva proprio caldo ieri al consiglio di amministrazione del teatro di Roma. Urla, rabbia, poi armonia. E poi ricominciavano. La prima pagina de Il Tempo sfogliata con nervosismo, la voglia di strapparla, ma quel che abbiamo raccontato, su appalti, consulenze, e soprattutto inerzia, è tutto vero. Quel che aggiunge sconcerto a sconcerto è la sostanziale protezione che Comune di Roma e Regione Lazio continuano ad offrire ai loro protetti nel Cda. Col tentativo di far passare in cavalleria la brutta storia su cui hanno messo le mani anche i carabinieri. Non c’è complotto, vorremmo dire al presidente Emanuele Bevilacqua, ma semplice richiesta di trasparenza e rispetto delle norme vigenti, a partire da quelle sul codice degli appalti. Intanto, sarà il ministro dei Beni culturali a dover rispondere ad una interrogazione molto dettagliata dei deputati di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, Paola Frassinetti, Teresa Bellucci e Fabio Rampelli.
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«Al Teatro di Roma va in scena l'opera buffa: il presidente e Cda entrano dimissionari e, dopo 5 ore di seduta - denuncia Mollicone - i componenti escono ancora più attaccati alla poltrona garantendo la proroga delle consulenze sub iudice, probabilmente grazie alla copertura di qualche esponente istituzionale. Abbiamo già richiesto in Campidoglio con il vicepresidente della commissione Cultura De Priamo un accesso agli atti e depositato un question time che riprende lo scoop de Il Tempo di stamattina, che invieremo all'Autorità Nazionale Anticorruzione, alla Corte dei conti e alla procura dato che, come dice la relazione dei revisori, si ravvisa un possibile danno erariale».
Nell’interrogazione al ministro Franceschini i quattro parlamentari del partito della Meloni ricostruiscono l’inchiesta del nostro giornale. «Il 30 novembre 2020 il Tempo ha pubblicato i rilievi dei documenti prodotti dal collegio dei revisori dei conti del Teatro di Roma. Si legge nell’articolo che, al Teatro di Roma, “ogni anno si sperperano centinaia di migliaia di euro tra appalti e consulenze - addirittura 260mila alla voce grafica eventi manutenzione. - persino nel 2020 del Covid. Per fare cosa nessuno lo sa”». E aggiungono: «I revisori dei Conti hanno messo nero su bianco tutte le irregolarità a cui il presidente del teatro», si legge ancora nell’articolo. «A quanto risulta a Il Tempo solo a febbraio (2020) il presidente Bevilacqua si degnò di avvisare il collegio dei revisori dei Conti, allora presieduto dal dottor Giuseppe Signoriello, che ben tre mesi prima, il 10 dicembre 2019, erano arrivati i carabinieri. L’Arma aveva fatto accesso al Teatro Argentina e al Teatro India. I sei militari erano a caccia di documentazione. In pratica, avevano verificato che in una sola giornata erano stati assegnati lavori di manutenzione ad una sola ditta per 90mila euro, ma suddivisi in diversi appalti «senza adempiere alle procedure obbligatorie di gara e trasparenza»: così Signoriello nella sua prima denuncia sul tema.
«Con il nuovo collegio dei revisori – subentrato al precedente a giugno 2020 - la musica non cambia. Fino alla clamorosa relazione del 23 novembre scorso: il presidente dell’ente ha continuato ad agire ccome direttore «procedendo a stipulare molteplici contratti di consulenza estera e ad affidare alcuni contratti di servizio».
«I revisori lamentano il rischio di “danno erariale” per “gli incarichi esterni a professionisti"». In taluni casi si è «duplicata la medesima consulenza, con il latente rischio che sia riconosciuta la natura subordinata della prestazione». E comunque ogni scelta dei contraenti del Teatro di Roma «è stata effettuata in assenza parziale o totale delle procedure previste dal codice degli appalti». Addirittura si è affidato il controllo di gestione ad una società esterna, col parere contrario dei revisori, per una spesa di oltre 27mila euro.
Sì, Franceschini deve proprio rispondere.
F. S.