calvario infinito
A Roma due ore e mezza per un'ambulanza
Oltre 2 ore sull’asfalto in attesa dell’ambulanza, prima di finire in coda all’altra lista d’attesa dei mezzi di soccorso incolonnati davanti all’ingresso dell’ospedale. Questa la via crucis toccata ieri a un 56enne, rimasto ferito poco prima delle 13, quando con il suo scooter ha impattato contro una Opel in via Castro Pretorio, all’incrocio con via dei Frentani. L’uomo è rimasto a terra, con una sospetta frattura alla gamba sinistra e con vari traumi su altre parti del corpo, nonostante i solleciti al 118 inviati sul posto anche dagli agenti della polizia locale e da alcuni passanti. «Sono arrivata 30 minuti dopo l’incidente - racconta la sorella dell’uomo - Mio fratello ha battuto la testa, ha sospetta frattura al naso e alla gamba destra. Continuiamo a chiamare il 118. Sono passate due ore e 20 e ancora non si vede un’ambulanza. Continuano a dirmi che appena potranno interverranno perché non ci sono ambulanze disponibili». Com’è accaduto nei giorni scorsi a una donna, travolta da un’automobile in via Stimigliano, nel quartiere Africano, costretta a rimanere a terra ben 3 ore in attesa del mezzo di soccorso. Con la centrale operativa dell’Ares 118 costretta ad avvertire sui «tempi d’attesa lunghi perché tutte le vetture sono impegnate per i casi-Covid».
Sono sempre di più le ambulanze trattenute davanti ai Pronto Soccorso, ormai privi di spazi d’isolamento dove far stazionare i sospetti casi-Covid. Costretti, dunque, a rimanere a bordo delle ambulanze, "sequestrate" per ore, lasciando anche sguarnite di mezzi di soccorso le varie postazioni per non abbandonare i fin troppo pazienti nei Pronto soccorso laziali. Un’ambulanza ieri alle ore 17 è stata "liberata" dopo ben 3 giorni di stazionamento davanti all’ospedale di Colleferro: «Il mezzo è arrivato al "Parodi Delfino" il 6 novembre». Alle ore 19, invece, in tutti i Pronto soccorso del Lazio si contavano ben 662 «pazienti in attesa di ricovero o trasferimento». La situazione peggiore al San Camillo-Forlanini con i due terzi dei pazienti in trattamento costretti ad attendere un posto letto: 63 su 96. Uno in più rispetto ai 62 pazienti su un totale di 87) in stand-by all’ospedale Pertini. Sul mesto podio anche i 54 in attesa sugli 88 presenti al Sant’Andrea, dove domenica notte si sono contati fino a 15 mezzi di soccorso davanti all’ingresso del Pronto soccorso. Ma la coperta dei letti rimane corta: la spasmodica ricerca dei posti per i casi-Covid scopre gli altri ambiti di cure. Come al reparto di Cardiochirurgia dell’Umberto I «chiuso per destinare i posti in terapia intensiva all’emergenza Covid - denuncia la consigliera regionale Laura Corrotti (Lega) - i pazienti non possono più prenotare visite di controllo e non sanno a chi rivolgersi. Tutto questo è inaccettabile e per questo ho presentato una interrogazione urgente».