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Gaia e Camilla, colpo di scena al processo a Pietro Genovese. Il giudice vuole altre indagini

Andrea Ossino
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Un colpo di scena: l’attesa sentenza nei confronti di Pietro Genovese è stata rinviata. Trascorsi 10 mesi dalla tragedia avvenuta nel cuore della movida di Roma Nord, quando l’auto guidata dal ventunenne ha travolto e ucciso le due sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, il Tribunale di piazzale Clodio ha prorogato il processo celebrato con rito abbreviato chiedendo al pm di approfondire le indagini.

E il figlio del regista Paolo Genovese, già vincitore del David di Donatello, dovrá attendere ancora 15 giorni prima di essere riconosciuto o meno colpevole del duplice omicidio stradale avvenuto la notte tra il 22 e il 23 dicembre scorso in Corso Francia. 

Quella notte la Renault Kaleos guidata dal ragazzo, i cui precedenti alla guida non lo dipingono affatto come un automobilista modello, ha investito le due studentesse mentre attraversavano mano nella mano lo stradone alle spalle di Ponte Milvio. Secondo la difesa dell’imputato le due avrebbero attraversato lontano dalle strisce pedonali. Di diverso avviso i legali di parte civile, secondo cui la targa del veicolo rinvenuta in prossimità delle strisce collocherebbe l’impatto a ridosso delle stesse. Quel che è certo è che Genovese guidasse sopra il limite dei 50 chilometri orari. La macchina viaggiava almeno a 90 chilometri orari, secondo il perito. E poi aveva bevuto, le analisi non mentono. Rilevano un tasso alcolemico tre volte rispetto al limite consentito. L’attesa sentenza non è arrivata. Il giudice vuole approfondire la faccenda. 

“È un elemento positivo. Il Giudice vuole risentire consulenti e testimoni per approfondire la vicenda”, dice l’avvocato di parte civile Cesare Piraino.

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