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Pochi bus e distanziamento impossibile. Così lo Spallanzani inchioda l'Atac

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Domani riaprono le scuole - molte ma non tutte - e una moltitudine di studenti torneranno a prendere i mezzi del trasporto pubblico. "Che già a Roma non era così brillante neppure prima della pandemia. E che adesso dovrà garantire una maggiore frequenza delle corse. Per realizzare il distanziamento sociale minimo previsto dalla legge. E richiesto a gran voce anche dai vertici dello Spallanzani", scrive Sergio Marchi sul sito 7Colli. "Ma l’incremento degli autobus che saranno messi su strada non sarà quella pioggia di fuoco che in qualche modo era stata promessa. Adesso si parla di 70, al massimo 100 mezzi in più. All’apertura dell’anno scolastico 2019 le vetture dell’Atac su strada erano 1450, adesso se va bene si arriverà a superare di poco le 1500 unità. Troppo poco".

 

Tra l’altro, "il milione di euro messo a disposizione dalla Regione non sarebbe ancora stato impegnato. E dunque il grosso lo farà di nuovo il privato", come il consorzio Roma Tpl ma difficilmente basterà. In sintesi, gli autobus sono troppo pochi e i distanziamento è impossibile. A lanciare l'allarme è Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani. "Aver portato la capienza dei mezzi fino al 70, 80 per cento non rappresenta la soluzione, ha dichiarato Vaia. In una intervista rilasciata al corriere.it. Infatti in questo modo non si risolve niente. Perché viaggiare con questo carico è come farlo al 100 per 100. E anche il tempo di sicurezza di 15 minuti è puramente convenzionale. Infatti per infettarsi in caso di vicinanza con un soggetto positivo può bastare meno di un minuto - si legge su 7Colli - Fin qui la scienza, e forse dovremmo riflettere. Visto che giustamente ci spelliamo le mani quando si fanno passi avanti con il vaccino italiano. E poi le stesse istituzioni non ascoltano le prescrizioni più semplici. Quelle fondamentali, per non ritrovarci tra poche settimane di nuovo tutti chiusi in casa".

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