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Willy Monteiro, la testimonianza choc dell'amico: calci e pugni mentre era svenuto

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Un calcio in pieno petto, poi una tempesta di botte tanto da non riuscire più a rialzarsi, mentre gli aggressori continuavano a infierire con calci e pugni da terra, fino a passargli sopra con i piedi mentre giaceva inerme. È la ricostruzione del pestaggio che è costato la vita a Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a Colleferro (Roma) nella notte tra sabato e domenica contenuta nell'ordinanza del gip di Velletri, Giuseppe Boccarrato, che ha parlato di "gravi e precisi" indizi, convalidando l'arresto dei quattro indagati. In dettaglio, per Gabriele Bianchi, il fratello Marco e Mario Pincarelli, è stata confermata la custodia cautelare in carcere, mentre per Francesco Belleggia sono scattati i domiciliari. Il giudice ha riconosciuto l'aggravante dei futili motivi per tre di loro.

Nelle 14 pagine dell'ordinanza, è stato ricostruito quanto sarebbe avvenuto quella notte nei pressi del locale 'Due di Picche' a Colleferro. Le testimonianze raccolte dai carabinieri parlano di un pestaggio avvenuto con una violenza inaudita. "Ricordo subito l'immagine di Willy, steso a terra, circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni", ha raccontato agli inquirenti un teste.

Secondo i testimoni, sarebbe stato Gabriele Bianchi a sferrare un primo calcio in pieno petto al 21enne, facendolo cadere a terra.

"Dopo questo primo calcio Willy è riuscito ad alzarsi ma è stato nuovamente tempestato di calci e pugni tanto da cadere di nuovo. Addirittura, mentre era in terra, hanno proseguito a sferrare calci e pugni contro Willy tanto che non è più riuscito a rialzarsi", ha aggiunto.

Non solo. I quattro, riconosciuti da più testimoni, sarebbero arrivati a forte velocità a bordo di un Suv Audi nero nei pressi del locale: appena scesi, avrebbero iniziato a picchiare Willy, intervenuto per aiutare un amico, "senza proferire minacce o alcun genere di parola".

In base alla ricostruzione degli inquirenti, tutto sarebbe nato da alcuni insulti rivolti a delle ragazze che si trovavano nel locale insieme agli amici della vittima.

"Non siamo affatto stupiti, sapevamo che sarebbe andata così. Chiederemo la scarcerazione al tribunale del riesame", ha commentato a LaPresse l'avvocato Massimiliano Pica che difende i tre finiti in manette. "La famiglia è distrutta, chiede giustizia. Sono persone composte, educatissime", ha aggiunto il legale della famiglia di Willy, Domenico Marzi.

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